Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Sacchi: «Siate grati a Maurizio La Juve ha vinto ma non ha gioco»

Arrigo Sacchi: bianconeri chiusi a riccio per 70 minuti, una vittoria così non va celebrata

- Di Angelo Agrippa

Arrigo sacchi ne è sempre più convinto: «Bisogna essere grati a Sarri e ai suoi calciatori. Se, come si crede in giro, oggi il calcio pesa più per i soldi che per la passione, allora occorre fare i conti con il patrimonio calcistico della Juve che vale 450 milioni, mentre quello del Napoli è di appena 180 milioni».

Estimatore del tecnico tosco-bagnolese, Sacchi loda il calcio che gli azzurri sono capaci di esprimere grazie agli insegnamen­ti di Sarri. «Fautore del miglior gioco d’Europa, ha allenato il suo Napoli ad esprimersi secondo geometrie estetiche precise, riuscendo a far fronte anche a due infortuni importanti. La Juventus ha vinto, ma sono sicuro che il Napoli si riprenderà. Ha dalla sua la forza del gioco che i bianconeri non hanno avuto al San Paolo».

NAPOLI Il maestro e il suo profeta. Dalle tavole della Legge del pallone agli atti degli apostoli del calcio. Arrigo Sacchi non solo assolve Maurizio Sarri, ma per proteggerl­o dalla gelata di queste ore lo avvolge nella coperta di Romain Rolland: «Gli eroi —prende in prestito dal Nobel della Letteratur­a — sono coloro che fanno ciò che possono».

Mister, però perdere così. Se lo aspettava?

«Mi è sembrato di assistere ad un incontro di pugilato tra un peso piuma e un peso massimo».

Anche se il peso piuma è primo in classifica?

«Ed è per questo che occorre essere grati a Sarri e ai suoi calciatori. Se, come si crede in giro, oggi il calcio pesa più per i soldi che per la passione, allora occorre fare i conti con il patrimonio calcistico della Juve che vale 450 milioni, mentre quello del Napoli è di appena 180 milioni. E con il costo dei bianconeri: di 180 milioni contro i 78 del Napoli».

Però, finora, Davide è apparso più in forma di Golia. Si è dileguato un sogno?

«No, assolutame­nte. Il Napoli saprà riprenders­i. Certo, l’altra sera gli azzurri non hanno potuto schierare in campo un top player alla Higuain. Anzi, lo avevano contro e gli ha fatto gol. Inoltre, il Napoli ha una rosa risicata, molti non sono ancora all’altezza delle ambizioni dei tifosi».

Dobbiamo rassegnarc­i al fatto che il bel gioco di Sarri può rivelarsi anche inefficace?

«Con i limiti attuali, i partenopei non possono giocare né di forza, né di esperienza, e neanche avvalendos­i di uomini di elevazione. Tuttavia, finora hanno saputo contare sulla brillantez­za della manovra e sulla freschezza mentale e fisica; ma oggi mancano proprio queste caratteris­tiche. Gli impegni della Champions spezzano le gambe, il Napoli ha dovuto subire due infortuni importanti e spero che Insigne si riprenda presto. Veramente gli azzurri hanno fatto tutto quello che hanno potuto. Gli altri possono vincere in tanti modi. Il Napoli soltanto giocando bene».

Resta però il dato finale: si perde in casa contro la Juve.

«Sì, ma con un gol realizzato nei primi quindici minuti e poi tutti lì dietro a chiudersi a riccio. La Juve ha tutto per diventare una grande squadra, tuttavia la sua ascesa diventa complicata se per 70 minuti lascia giocare esclusivam­ente gli avversari. In Spagna una vittoria come quella della Juve non sarebbe celebrata. I padri fondatori del calcio non hanno mai immaginato di dar vita ad un gioco da sviluppare in termini difensivi. Per chi ama il calcio il gioco non può che essere offensivo».

Insomma, davvero Sarri non ha nulla da rimprovera­rsi?

«Occorre fargli un monumento, altro che rimproveri. Ha visto Douglas Costa? Quando punta un avversario non ce ne è per nessuno».

Non pensa anche lei che i fischi e gli sfottò contro Higuain hanno finito per sortire l’effetto contrario: hanno caricato il centravant­i bianconero?

«Higuain è un grandissim­o giocatore. E quando è così motivato diventa decisivo. Poi lui, quando si profila l’occasione, va puntualmen­te in gol. Anche se non è Maradona: Diego sì che poteva decapitare, da solo, una intera compagine avversaria. Il mio Milan ha incontrato quattro o cinque volte il Napoli di Maradona, quello che ha vinto di più. Ma questa squadra di Sarri gioca molto meglio di quel Napoli degli scudetti».

Sulla squadra I partenopei non vanno né di forza, né di esperienza, finora hanno saputo contare sulla brillantez­za della manovra

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