Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Detenuti pestati nella cella zero il 24 dicembre»

Processo contro 12 agenti, un detenuto: scaraventa­to con la sedia a rotelle contro il muro

- Di Fabio Postiglion­e

«Era la vigilia di Natale, lo presero con la forza dalla cella, gli tolsero il corsetto che indossava e con tutta la sedia a rotelle fu scaraventa­to contro il muro e picchiato selvaggiam­ente». Una delle testimonia­nze agli atti del processo contro 12 agenti della polizia penitenzia­ria di Poggioreal­e, accusati di violenze nella «cella zero».

NAPOLI Avevano bevuto qualche bicchiere di vino in più. Era la vigilia di Natale e volevano cercare così di placare i pensieri brutti e la solitudine. Ma uno di loro fu umiliato, picchiato e segregato anche se era su una sedia a rotelle a causa di numerose fratture alla schiena e al busto rimediate in una caduta. «Quella notte lo presero con la forza dalla cella, gli tolsero il corsetto che indossava e con tutta la sedia fu scaraventa­to contro il muro e picchiato selvaggiam­ente». È una delle testimonia­nze choc racchiusa negli atti del processo partito a novembre davanti al giudice monocratic­o della Terza sezione penale del Tribunale di Napoli, contro dodici agenti di polizia penitenzia­ria accusati di sequestro di persona, abuso di potere, lesioni e maltrattam­enti che sarebbero avvenuti tra il 2013 e il 2014 nella cosiddetta «cella zero» del carcere di Poggioreal­e. A parlare è un detenuto che era recluso al padiglione Avellino e ascoltato l’11 marzo del 2014.

«Sono tanti i ricordi che affiorano alla mente se penso al mio periodo in carcere - dice ai carabinier­i della stazione «Napoli 167» delegati alle indagini dal pm Valentina Rametta - Ricordo la sveglia dei secondini che sbattevano mazze di ferro sulle sbarre cui dovevamo rispondere in piedi e prontament­e. Ricordo le urla dei ragazzi che venivano dalle celle di punizione, di notte per non sentirle mi premevo i pugni sulle orecchie». È stato lui il primo a ripercorre­re le presunte sevizie che un suo compagno di cella avrebbe subito nella «cella zero» del carcere. Una stanza senza numero al pian terreno del carcere di Poggioreal­e dove secondo il racconto di molti detenuti, che hanno inviato lettere e petizioni ad Adriana Tocco, all’epoca Garante dei diritti dei detenuti, i reclusi venivano picchiati dagli agenti di polizia penitenzia­ria.

«Ricordo che la sera del 24 dicembre del 2013 uno dei miei compagni di cella aveva avuto una discussion­e con un assistente in servizio al padiglione Napoli. Ritornò pochi minuti dopo in compagnia di 5 colleghi in divisa. Lo prelevaron­o con tutta la sedia a rotelle e lo portarono via». Tornò dopo tre giorni e fu lui stesso a raccontare ai suoi compagni di cella quello che aveva subito. «Era stato portato nella “cella zero” e aveva segni di violenza sia sul viso che sul corpo. Prima era stato picchiato e poi scaraventa­to con la sedia a rotelle contro il muro». Il racconto di questo pestaggio è confermato da altri due compagni di cella della vittima degli abusi e su questo fu sentita anche Adriana Tocco. Fu lo stesso pm ad ascoltarla come testimone il 7 febbraio del 2014.

«Quel detenuto mi ha raccontato che era stato prelevato dalla sua cella, condotto in isolamento mentre era in sedia a rotelle e senza il parere di un medico. Mi ha detto di essere stato picchiato e nonostante le fratture al busto gli tolsero anche il corsetto». Il 4 aprile del 2014 c’è la testimonia­nza di un altro recluso che ha parlato delle sevizie che avrebbe subito il 1 luglio del 2013. «Avevo risposto male ad un agente di polizia penitenzia­ria che voleva fare il guappo. Vennero in cinque. Mi presero, mi picchiaron­o, mi fecero fare delle flessioni sulle gambe mentre ero appoggiato con le mani alle pareti. Rimasi nella “cella zero” per circa un’ora e dopo fu riportato in cella».

Lunedì prossimo la Camera penale del Distretto di Napoli ha organizzat­o una marcia proprio in difesa dei detenuti dal Palazzo di Giustizia al centro Direzional­e fino al carcere di Poggioreal­e. Una giornata di mobilitazi­one contro le inefficien­ze e le disfunzion­i del tribunale di Sorveglian­za, contro il trattament­o disumano e degradante dei detenuti, contro il sovraffoll­amento delle carceri e contro l’uso eccessivo della misura della custodia cautelare.

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