Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Dall’alta finanza all’olio di qualità
È la storia dei coniugi Barba: l’addio alla grande città e la scelta dei campi
Avevano – senza saperlo – uliveti confinanti, stessa provenienza geografica, perfino stesso cognome. Era scritto nelle carte del destino che Francesco Barba e Grazia Barba a un certo punto della vita s’incontrassero. Premessa: oggi sono, oltre che marito e moglie, alcuni fra gli imprenditori agricoli più apprezzati, espressione delle cosiddette eccellenze. Termine che, se non fosse così inflazionato, renderebbe ancora bene l’idea: il loro olio extravergine di oliva, per dirne una - prodotto in Salento, Puglia, a pochi chilometri da Lecce – ha vinto per due anni consecutivi il prestigioso primo premio internazionale Les huiles du monde come olio migliore del mondo. Ma molto prima, prima che decidessero d’infilarsi stivali di gomma, fare con le loro mani la raccolta delle olive, destreggiarsi tra uliveti e frantoi tutto il giorno fino a sera, prima, in un’altra vita insomma, Francesco e Grazia inseguivano altro. «I contadini? No, direi di no. In quegli anni l’idea non era nemmeno all’orizzonte», dice lei, bella ed elegante anche in comodi abiti da lavoro. Francesco Barba lavorava per una banca svizzera, ramo alta finanza, viaggi continui e un bel portfolio clienti di cui occuparsi. Grazia, laurea in Giurisprudenza, viveva a Roma e lavorava in un’agenzia di marketing e comunicazione. «Avevo fatto un master ed era un lavoro che mi appassionava. Anche la vita della grande città, pur con i suoi limiti, mi piaceva». Poi, complici le vacanze in Puglia, s’incontrano. «Fu un’estate di grande cambiamento – racconta lei – C’era stata la crisi della finanza, Francesco era un po’ disilluso; mio padre stava male, mia suocera non poteva più occuparsi degli uliveti. Volevamo creare qualcosa di nostro. E da un momento di disagio, abbiamo trovato la forza per provarci». Si sposano in sei mesi, uniscono le proprietà di famiglia. Oggi, i coniugi Barba al quadrato guidano l’azienda Donna Oleria – dal nome della tenuta, a Monteroni di Lecce. Oltre all’olio, le farine speciali, la spasta, le conserve. Sveglia ogni giorno alle cinque, progetti tanti e sacrifici. Mai pentita? «No. E’ una scelta che rifarei anche domani».
Il destino Avevano, senza saperlo, uliveti confinanti e perfino lo stesso cognome