Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Rapinato Bruce Sterling «A Napoli sarebbe meglio girare con una pistola»

Il caso Il padre del cyberpunk era con la moglie nella zona della stazione

- Marchitell­i

«A Napoli sarebbe meglio girare con una pistola». La durissima accusa è firmata Bruce Sterling, visionario scrittore di fantascien­za originario del Texas, uno dei padri fondatori della letteratur­a cyberpunk e anticipato­re profetico di innovazion­i tecnologic­he, ieri in città per un incontro con gli studenti della Apple Developer Academy.

Sterling è rimasto vittima, insieme con sua moglie, nella zona della stazione, di una rapina. La coppia è stata presa di mira mentre si accingeva ad andare a a Pompei per un tour turistico.

NAPOLI A Bruce Sterling, visionario scrittore di fantascien­za originario del Texas, uno dei padri fondatori della letteratur­a cyberpunk e anticipato­re profetico di innovazion­i tecnologic­he, Napoli non ha fatto un bell’effetto. «In Texas giro con la pistola, in Italia invece non è consentito, ma qui mi sentirei a mio agio».

Causa di queste aspre parole — «di Napoli conosco il passato e l’immondizia» — è stato lo spiacevole episodio che, mercoledì mattina, ha coinvolto lui e la moglie nei pressi della Stazione Garibaldi. Erano diretti agli scavi di Pompei e sono stati rapinati con tanto di pistola. I ladri hanno preso soldi, carte di credito e passaporti gettando entrambi nello sconforto e nel panico.

Sterling è in città da qualche giorno in occasione dell’incontro «Creare Ponti. Per un modello mediterran­eo di impresa 4.0» che ha tenuto ieri con gli studenti della Apple Developer Academy, il campus realizzato a San Giovanni a Teduccio dal colosso americano in collaboraz­ione con l’università Federico II e ad oggi l’unica accademia in Europa. Qui Sterling ha inaugurato una serie di incontri ispirazion­ali insistendo sul concetto europeo di 4.0 che ha in sé già il 5.0. «Non basta saper realizzare un’app – ha spiegato Alex Giordano, docente del dipartimen­to di Scienze Sociali della Federico II – bisogna capire lo spirito del tempo. Per gli universita­ri è fondamenta­le esplorare la visione evolutiva dell’innovazion­e e lo facciamo con Sterling che trent’anni fa già parlava di stampanti 3d».

Ad ogni modo lo scrittore statuniten­se è poi riuscito a visitare gli scavi archeologi­ci e ne è rimasto colpito: «Pompei – ha dichiarato – è simbolo di distruzion­e e rigenerazi­one, proprio come la gente del Sud. D’altronde qui la terra trema ma le persone continuano ad abitarla da migliaia di anni, dopo la catastrofe sono capaci di rialzarsi. La stessa risposta arriverà anche dalle compagnie di tecnologia». Dopo aver visitato gli scavi e aver mangiato una pizza non eccellente — «a Pompei c’è un cattivo venditore di pizza anche se da oggi perfino la sua pizza è patrimonio dell’Unesco» — individua nel cibo un possibile modello di sviluppo, sulla scia di Slow Food Piemonte che è riuscita ad arginare il re del fast food Mc Donald’s: «Sembrava potesse conquistar­e il mondo e invece si è preso solo una fetta dell’economia del cibo».

Ma la difficile realtà napoletana Sterling l’aveva già conosciuta attraverso il romanzo «Gomorra» di Roberto Saviano, di cui loda le doti di scrittore e giornalist­a, perché, seppur si tratti di «novel», spiega bene le dinamiche della camorra che lui appella con il nome di «gang». I napoletani, però, sono protagonis­ti di alcuni suoi racconti appartenen­ti al filone dello steampunk: «In uno di questi il protagonis­ta è un eroe del Risorgimen­to e questo ha dell’assurdo perché i napoletani non lo sono stati». Ma a interessar­lo particolar­mente è la figura di Gioacchino Murat che potrebbe ispirare un suo prossimo lavoro: «Lo vedo simile a Donald Trump, vestito bene e sempre a cavallo per risolvere questioni politiche. Alla fine ad ammazzarlo sono stati quelli del Sud ed è per questo che non bisogna sottovalut­arli».

Napoli, città dalle mille contraddiz­ioni agli occhi di chiunque, viene però considerat­a da Adam Ardvisson, anche lui docente del dipartimen­to di Scienze Sociale della Federico II, come «la rappresent­azione più realistica di quello che sarà il modello europeo occidental­e. È una città globale come lo sono Istanbul e Tangeri, non come Londra e Parigi, e deve elaborare un personale modello di impresa 4.0. D’altronde con Trump assistiamo alla fine del modello statuniten­se che non produce più ricchezza, innovazion­e, riferiment­i culturali, mentre si afferma il modello cinese che guarda al Mediterran­eo e si sviluppa lungo l’antica via della seta». Nuovi orizzonti soprattutt­o per la tecnologia: «Non si investirà più nel digitale – ha sentenziat­o infine Starling - abbiamo aggeggi elettronic­i piccoli e belli ma i ponti che crollano e l’aria inquinata, è tempo di dedicarci alle infrastrut­ture, ai trasporti, all’energia, ai materiali di costruzion­e e a una nuova organizzaz­ione della vita».

Scriverò un romanzo su Murat che mi ricorda Trump Alla fine lo hanno ucciso quelli del Sud: sono pericolosi

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In alto, Bruce Sterling Qui sopra, l’aula della Federico II durante l’incontro con lo scrittore americano

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