Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Jean Noel Schifano: «È come l’eros, esalta tutti i sensi»
«L a pizza è tonda come un ovaio che riceve la vita, la mozzarella è il seme maschile». Una vecchia metafora di Jan Noel Schifano «ha ora più senso alla luce del verdetto».
Da Parigi, lo scrittore Jean-Noël Schifano gioisce: «Con questo riconoscimento Unesco sarà più chiaro a tutti che essere napoletani equivale a essere universali. A partire dalla pizza». Che è pietanza, ma anche simbolo. «Segno per eccellenza direi. Quando dirigevo il Grenoble di Napoli, usai un’immagine che fece inorridire, eppure la ritengo ancora veritiera. Dissi che la pizza è metafora di “sangue e sperma”, il rosso del pomodoro e il latte della mozzarella. Evidente no? La vita viene da lì, da elementi primari come lo sono quelli della Margherita. Anzi no, l’unica cosa che non mi piace è il nome». In che senso? «Tutta la vicenda della regina di casa Savoia che s’impone crea un falso storico: la pizza è molto più antica e parla di un’identità remota che non ha nulla a che vedere con i vincitori. Quella è una narrazione imbastita ad hoc dagli “occupanti” per così dire. La pizza è invece del popolo. Il nome dovrebbe essere Fior di margherita: i petali sono le fette di mozzarella, le foglie i ciuffi di basilico. Lo dissi anche a Sorbillo che è il pizzaiuolo che preferisco». Lei, dunque, associa pizza ed eros. «La pasta che cresce di notte, il cornicione che gonfiandosi prende forme umane, il morceau che si scioglie sotto la lingua mentre il palato gode: tutto è eccitazione. La pizza è tonda come un ovaio che riceve lo sperma e crea vita, è uno specchio che si divora con la fame di vivere. Il forno è vulcano che nutre invece di distruggere».
Non solo materia, c’è anche l’aspetto immateriale che diventa patrimonio.
«Certo: la ritualità del gesto che è intimo e collettivo, la condivisione del mangiare, per non parlare della “pizza sospesa” che testimonia un alto grado di civiltà solidale».