Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Le storie tese del post-Champions E la cura di Sarri
L’addio alla Champions ha svelato malesseri latenti. La cura Sarri per ricominciare
Il Napoli smaltisce le tossine dell’addio alla Champions League, analizzando dal di dentro il malessere della squadra non più brillante e con nervi a fior di pelle. Domenica c’è la Fiorentina al San Paolo.
NAPOLI Nulla è perduto. Il Napoli si è allenato ieri mattina a Rotterdam ed è poi ripartito verso Castel Volturno. La concentrazione ora è sulla sfida di domenica contro la Fiorentina a Fuorigrotta in un San Paolo che si annuncia ancora una volta pieno di tifosi, pronti a risollevare il morale della squadra. Le premesse per ricominciare, dunque, ci sono tutte. A patto che il passare delle ore smorzi il clima di tensione e di rabbia che si è creato dopo la doppia sconfitta con Juventus e Feyenoord. Il timore, alla vigilia di tutte e due le partite, del contraccolpo psicologico che eventuali sconfitte avrebbe provocato, si è rivelato fondato. Almeno nelle ore immediatamente successive. In sei giorni il Napoli ha perso la vetta della classifica ed è uscito dalla Champions. Soprattutto ha evidenziato problemi di condizione fisica e di tenuta mentale, che sono andati ben oltre il risultato del campo. Nel senso che se le sconfitte ultime - da dire che sono le prime dopo 26 gare - hanno scoperchiato il vaso di pandora, la flessione del rendimento era stata abbastanza palese anche nelle partite precedenti contro Chievo e Udinese. Le vittorie, però, sono ottime terapie e i dolori è difficile che vengano fuori in maniera dirompente. Quando poi Higuain «traditore» ha beffato i sessantamila del San Paolo e il Feyenoord, fanalino di coda del girone di Champions, si è preso la gioia dei primi tre punti, ecco che la maschera è inevitabilmente caduta. Con onestà, è stato Sarri a denunciare il malessere latente: «Siamo lenti e poco brillanti nella manovra offensiva. Bisogna ritrovare in fretta il nostro gioco». E con assoluto disincanto Mertens e Hamsik si sono svelati: «È un momento difficile, il più difficile». Guai oggi a parlare di obiettivi e di scadenze. È come se due sconfitte, due di numero, bastassero a giustificare cattivi umori e esternazioni sopra le righe. Bastassero a spiegare la frase dell’allenatore: «Giocano i più forti, anche se sono all’ottanta per cento». Questo, più di qualsiasi altro, è il momento in cui dimostrare tenuta e tempra. Mentale, soprattutto. Ha detto Sarri prima e dopo la partita: «È come se il Napoli si sentisse sempre prestito all’Europa», denunciando ancora qualche difetto di maturità della sua squadra. Ha ragione, ma forse guardare al Feyenoord che senza aver nulla da perdere, ha conquistato una vittoria inutile, significa andare oltre la maturità. Significa esser vasi di vetro e non di cristallo, meno preziosi ma più efficaci. Ricominciare, questo adesso è l’imperativo. Perchè nulla è perduto.
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Le sconfitte del Napoli nel girone di Champions, con zero punti realizzati in trasferta