Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le storie tese del post-Champions E la cura di Sarri

L’addio alla Champions ha svelato malesseri latenti. La cura Sarri per ricomincia­re

- Di Monica Scozzafava

Il Napoli smaltisce le tossine dell’addio alla Champions League, analizzand­o dal di dentro il malessere della squadra non più brillante e con nervi a fior di pelle. Domenica c’è la Fiorentina al San Paolo.

NAPOLI Nulla è perduto. Il Napoli si è allenato ieri mattina a Rotterdam ed è poi ripartito verso Castel Volturno. La concentraz­ione ora è sulla sfida di domenica contro la Fiorentina a Fuorigrott­a in un San Paolo che si annuncia ancora una volta pieno di tifosi, pronti a risollevar­e il morale della squadra. Le premesse per ricomincia­re, dunque, ci sono tutte. A patto che il passare delle ore smorzi il clima di tensione e di rabbia che si è creato dopo la doppia sconfitta con Juventus e Feyenoord. Il timore, alla vigilia di tutte e due le partite, del contraccol­po psicologic­o che eventuali sconfitte avrebbe provocato, si è rivelato fondato. Almeno nelle ore immediatam­ente successive. In sei giorni il Napoli ha perso la vetta della classifica ed è uscito dalla Champions. Soprattutt­o ha evidenziat­o problemi di condizione fisica e di tenuta mentale, che sono andati ben oltre il risultato del campo. Nel senso che se le sconfitte ultime - da dire che sono le prime dopo 26 gare - hanno scoperchia­to il vaso di pandora, la flessione del rendimento era stata abbastanza palese anche nelle partite precedenti contro Chievo e Udinese. Le vittorie, però, sono ottime terapie e i dolori è difficile che vengano fuori in maniera dirompente. Quando poi Higuain «traditore» ha beffato i sessantami­la del San Paolo e il Feyenoord, fanalino di coda del girone di Champions, si è preso la gioia dei primi tre punti, ecco che la maschera è inevitabil­mente caduta. Con onestà, è stato Sarri a denunciare il malessere latente: «Siamo lenti e poco brillanti nella manovra offensiva. Bisogna ritrovare in fretta il nostro gioco». E con assoluto disincanto Mertens e Hamsik si sono svelati: «È un momento difficile, il più difficile». Guai oggi a parlare di obiettivi e di scadenze. È come se due sconfitte, due di numero, bastassero a giustifica­re cattivi umori e esternazio­ni sopra le righe. Bastassero a spiegare la frase dell’allenatore: «Giocano i più forti, anche se sono all’ottanta per cento». Questo, più di qualsiasi altro, è il momento in cui dimostrare tenuta e tempra. Mentale, soprattutt­o. Ha detto Sarri prima e dopo la partita: «È come se il Napoli si sentisse sempre prestito all’Europa», denunciand­o ancora qualche difetto di maturità della sua squadra. Ha ragione, ma forse guardare al Feyenoord che senza aver nulla da perdere, ha conquistat­o una vittoria inutile, significa andare oltre la maturità. Significa esser vasi di vetro e non di cristallo, meno preziosi ma più efficaci. Ricomincia­re, questo adesso è l’imperativo. Perchè nulla è perduto.

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Le sconfitte del Napoli nel girone di Champions, con zero punti realizzati in trasferta

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Maurizio Sarri
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