Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«De Tilla ha sempre lottato per la dignità degli avvocati»
NAPOLI Uno penalista, l’altro civilista. Uno di centrosinistra, l’altro di centrodestra. Uno eletto in Parlamento, l’altro no. Vincenzo Siniscalchi e Maurizio De Tilla, due vite parallele: oggi che De Tilla è scomparso, all’età di 76 anni, il collega e «rivale» lo ricorda commosso: «Era una persona di eccezionale intelligenza e di grande passione forense, sempre impegnato per la categoria in tutti i ruoli che ha ricoperto: penso soprattutto alla cassa forense. Fino agli ultimi giorni ha fornito un contributo importante sul versante sindacale».
Ma il ricordo più nitido che Siniscalchi conserva di De Tilla risale al lontano 1995, quando entrambi si candidarono al Parlamento: per De Tilla si trattava delle elezioni suppletive nel collegio lasciato libero da Antonio Rastrelli, come ha ricordato ieri l’europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello.
«Fu mio avversario — ricorda Siniscalchi — nella mia prima campagna elettorale. Eravamo su fronti opposti e la dialettica in certi momenti fu accesa, ma fu un rivale sempre corretto e leale. Marco Pannella, candidato a sua volta, tolse voti a entrambi. Io fui eletto e lo sarei stato per altre tre volte, lui no. Quando i dati sulle preferenze furono ufficiali mi telefonò per congratularsi, ma mi avvertì: farò il deputato ombra».
In realtà non fu così: non solo De Tilla non si mise a fare la pulci a Siniscalchi, ma tra i due avvocati cominciò un periodo di assidua collaborazione. «Ogni volta che c’erano problemi per la categoria — racconta l’ex parlamentare ed ex componente laico del Csm — Maurizio veniva a trovarmi a Montecitorio. Mi esponeva le questioni, parlavamo a lungo. Tra noi non erano rimaste ruggini. Lui confidava nella mia autorevolezza per risolvere i problemi dell’avvocatura. Ricordo per esempio tanti incontri con le commissioni Bilancio e Finanza, riunioni importanti e proficue... Con il suo impegno Maurizio ha davvero dato un contributo veramente notevole alla categoria».
Maurizio De Tilla cominciò a esercitare l’attività di avvocato civilista a Napoli nel 1966, ricoprendo, poi, nel tempo, numerose cariche di rappresentanza della categoria: fu infatti, fra l’altro, presidente dell’Ordine degli avvocati di Napoli, presidente della Cassa nazionale di previdenza forense (dal 1997 al 2007), incarico svolto in contemporanea con l’elezione alla guida dell’Adepp (Associazione degli Enti previdenziali privati e privatizzati). Dal 2013 era al vertice dell’Anai (Associazione nazionale avvocati italiani), organismo nato con «l’obiettivo di difendere i valori morali e civili della professione forense, nonché l’indipendenza e la dignità dell’avvocato, lottando contro quei provvedimenti legislativi che saranno ritenuti inadeguati e dannosi».
Fra le battaglie in difesa dell’avvocatura in cui si distinse De Tilla c’è quella condotta dal 2006 contro le liberalizzazioni dell’allora ministro dello Sviluppo economico Pierluigi Bersani, provvedimenti che portarono all’abolizione delle tariffe minime professionali e ancora oggi contestati da molti addetti ai lavori.