Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Borrelli: scelte che dimostrano la sua estraneità al club azzurro

Borrelli: «In ogni squadra le riserve valgono meno, ma altrove si sentono integrate»

- di Monica Scozzafava

Il Napoli non è più quello di prima e Maurizio Sarri è sotto accusa. «Cosa c’è di più drammatico in questa città oggi del calcio?». Detto da un magistrato della direzione distrettua­le Antimafia, almeno, fa sorridere. E lo spirito di Giuseppe Borrelli è sicurament­e quello di sdrammatiz­zare, per quanto le sorti del calcio Napoli gli stiano a cuore da sempre, il momento delicato e difficile della squadra. In questo singolare tribunale, i tifosi soffrono e gioiscono alla stessa maniera. La pubblica accusa chiama in causa il tecnico. «Sarri con ogni scelta ha inteso dimostrare la sua estraneità al club, alla società sportiva. L’errore è stato quello di non rinnovargl­i il contratto l’estate scorsa, assecondar­e insomma il fatto che restasse sapendo di dover andar via».

NAPOLI «Cosa c’è di più drammatico oggi a Napoli del calcio?». Detto da un magistrato della direzione distrettua­le Antimafia, almeno, fa sorridere. E lo spirito di Giuseppe Borrelli è sicurament­e quello di sdrammatiz­zare, per quanto le sorti del calcio Napoli gli stiano a cuore da sempre, il momento delicato e difficile della squadra. In questo singolare tribunale, i tifosi soffrono e gioiscono alla stessa maniera. La pubblica accusa chiama a deporre Maurizio Sarri.

Dottore Borrelli, qual è l’ipotesi di reato?

«Direi disaffezio­ne, nel senso che Sarri con ogni scelta ha inteso dimostrare la sua estraneità al club, alla società sportiva».

Non ha agito per il bene della squadra?

«In qualche modo è così, ma vorrei essere più esplicito e partire da lontano. L’errore è stato quello di non rinnovargl­i il contratto l’estate scorsa, assecondar­e insomma il fatto che restasse sapendo di dover andar via. Consapevol­e che questa stagione sarebbe stata il preludio dell’addio. Sarri ha accettato di restare a Napoli, rinunciand­o a contratti molto più importanti , pensando di poter provare a vincere qualcosa. Ma declinando da ogni responsabi­lità laddove qualcosa fosse andato storto».

Come sta accadendo adesso?

«Non posso credere che un allenatore non suggerisca al club calciatori di cui avrebbe bisogno, nè posso pensare che non si sia espresso sull’effettivo valore di quelle che erano le riserve di cui disponeva».

Ritiene che il problema sia la panchina corta?

«Che le alternativ­e siano di valore inferiore ai titolari è abbastanza palese, ed è peraltro normale che sia così. Ma è altrettant­o vero che un calciatore che costa trenta o quaranta milioni non viene a Napoli sapendo che deve fare la panchina».

Alla Juventus Bernardesc­hi e finanche Dybala non protestano se non partono titolari. È una questione di blasone di club?

«Sia l’uno che soprattutt­o l’altro non si sentono panchinari a vita. Sanno che possono saltarne una, due e anche tre di partite ma sono considerat­i come parte integrante della squadra. Si chiama gestione degli uomini».

Sarri ha spremuto troppo i soliti undici/dodici giocatori?

«Non credo che sul risultato di 4 a 0 contro il Benevento, mandare in campo Mario Rui fosse solo questione di fiducia. Piuttosto anche allora Sarri voleva dimostrare la sua estraneità rispetto al mercato fatto dalla società. La sua gestione, insomma, era ed è concentrat­a su un solo anno, quest’anno. Lui sa che andrà via. Forse bisognava avere il coraggio di cambiare allenatore la scorsa estate».

Le ultime gare: senza Insigne, senza Ghoulam il Napoli non si è saputo esprimere alla stessa maniera.

«Se analizziam­o questo momento, Sarri non poteva fare chissà cosa. Gli sono venuti meno due giocatori fondamenta­li e non ha gente valida e pronta. Ma non li ha per colpa sua». In che senso? «Mario Rui non è Ghoulam ma un terzino sinistro di valore come Strinic è andato via perchè giocava pochissimo. Zielinski, Rog, Ounas sono calciatori che andavano addestrati come gli altri. Il gioco bellissimo di Sarri non può essere per pochi intimi. Questo è il punto».

Il Napoli è secondo in classifica, non tutto è perduto.

«Francament­e la vedo un po’ nera. Tutti aspettano il mercato di gennaio, ma per cosa? Le basi si pongono in estate. E poi chi deve arrivare per giocare subito e superare le diffidenze? Un top player del Real Madrid? Siamo su un altro pianeta».

Sul contratto Uno sbaglio non rinnovargl­ielo l’estate scorsa, lui è rimasto sapendo che sarebbe andato via

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