Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il cattolico pragmatico e il paladino del liberismo
Non si può rinunciare a una politica dedicata al Mezzogiorno. La frase di Paolo Gentiloni, pronunciata dal palco del teatro Mercadante ad apertura della giornata sul Sud organizzata da Il Mattino, risuona nella sala e lascia il segno.
Non perché chissà quale grande novità abbia annunciato il Presidente del Consiglio. Ma perché, poco dopo di lui, un ministro importante del suo Governo, Carlo Calenda, titolare dello Sviluppo Economico, usa accenti diversi, quando dice con estrema chiarezza che il Sud non è una riserva indiana. E che il meridione, per stare al passo con la modernità, non può vagheggiare politiche industriali differenti da quelle del resto del Paese ma, questo sì, una maggiore intensità di alcuni interventi.
Non sono messaggi criptici, ne linee strategiche divaricanti nello stesso gabinetto, ma modi diversi di affrontare un problema da sempre irrisolto, quella questione meridionale che la recente crisi recessiva ha acuito ulteriormente.
Il ministro dello Sviluppo è un uomo concreto, esponente di primo piano del fronte del fare, padre di quella Industria 4.0 che e’ uno degli strumenti decisivi della nuova fase. La sua è una formazione liberale, condita con un’ esperienza coltivata negli ambienti confindustriali e comunitari, che lo induce a confronti serrati, anche diretti e spigolosi. Ha il pregio della chiarezza e ai presidenti delle regioni meridionali non la manda a dire: «Con il governatore De Luca in Campania lavoro bene, ma quelli della Calabria e della Sicilia non li ho mai visti». Nel suo mirino c’e’ soprattutto Michele Emiliano, perché la vicenda del ricorso al Consiglio di Stato per l’Ilva di Taranto che ha paralizzato tutto non gli va proprio giù.
Paolo Gentiloni ha una formazione diversa: viene dalla sinistra cattolica, ha intriso la sua cultura nel meridionalismo classico, è politico di mediazioni e non di contrapposizioni, rivendica con orgoglio le misure del suo governo e di quello Renzi che l’ha preceduto, partorite dal ministro del Mezzogiorno Claudio De Vincenti, anch’egli tra i protagonisti della kermesse, le quali si sostanziano in provvedimenti atti a favorire l’economia meridionale: dai crediti d’imposta alla decontribuzione nelle assunzioni, alle zone economiche speciali, agli incentivi di Resto al Sud.
Due sensibilità diverse ma che comunque danno corpo a una sfida culturale, grazie alla quale si e’ interrotta la solitudine del Mezzogiorno. E non e’ poco.