Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il caso Dopo quasi un quarto di secolo e circa 600 milioni spesi, si riparte con i nuovi bandi di gara Bagnoli, è tutto da rifare

Invitalia: «Bisogna risanare l’intera area, anche la parte già bonificata»

- Paolo Cuozzo

«Le operazioni di bonifica del sito di Bagnoli-Coroglio dovranno effettuars­i su tutta l’area e, quindi, anche sulla parte che è stata già oggetto dei precedenti interventi». Lo comunica Invitalia, che precisa: «Questi i risultati delle attività di caratteriz­zazione effettuate da Ispra, Arpac e Arpav». Come dire: dopo un quarto di secolo di lavori e fondi investiti è tutto da rifare.

NAPOLI La bonifica di BagnoliCor­oglio si dovrà effettuare su tutta l’area, anche nella zona che è stata già oggetto dei precedenti interventi. È questo l’esito delle caratteriz­zazioni che sono state effettuate nei mesi scorsi dal soggetto attuatore Invitalia, società controllat­a dal ministero del Tesoro e guidata da Domenico Arcuri, e che sono state validate dagli enti di controllo quali Ispra, Aspac (Campania) e Arpav (Veneto).

Un autentico colpo di scena. Perché significa che dopo 25 anni trascorsi tra polemiche e circa 600 milioni spesi, si ricomincia d’accapo. Tutto d’accapo. E, come se non bastasse, per farlo servono altri soldi — e non pochi — per bonificare tutto così come il piano di Bagnoli fatto dal governo prevede. È stata la stessa Invitalia che, nero su bianco, ha fatto sapere anche «che l’avvio delle attività di analisi di rischio specifiche del sito che — si legge nella nota — in consideraz­ione del livello attuale delle sostanze inquinanti presenti e del futuro utilizzo dei suoli, consentira­nno di definire le più idonee modalità per effettuare le previste bonifiche, nonché per aggiornare le stime del loro costo».

Sempre Invitalia ha spiegato anche che proseguono i test sperimenta­li in campo di «biofitorem­ediation» con utilizzo di piante, funghi e batteri idonei a degradare la contaminaz­ione rilevata. Secondo il soggetto attuatore individuat­o all’epoca del governo Renzi, si sono inoltre conclusi nei giorni scorsi anche i prelievi per la caratteriz­zazione dei sedimenti marini della baia sui cui verranno effettuate le analisi di caratteriz­zazione chimico-fisiche ed ecotossico­logiche e definite le volumetrie dei sedimenti da dragare.

A seguito di tutto ciò, Invitalia ha confermato che «entro il 22 dicembre sarà pubblicata la gara per l’affidament­o del progetto di bonifica delle aree a terra comprensiv­o dell’area di colmata e degli arenili».

Nella Conferenza dei servizi, convocata in prefettura a Napoli per il 21 dicembre prossimo, che avrà all’ordine del giorno le caratteriz­zazioni e lo sviluppo del piano di bonifica del sito ex Italsider, Invitalia presenterà lo studio di fattibilit­à degli interventi di completame­nto di bonifica nell’area ex Eternit. Come dire: stavolta davvero si parte.

Ma chi questa storia l’ascolta da anni, resta di stucco. Perché è come se tutto quanto — poco o molto non importa — sia stato fatto in questi anni non sia servito a nulla se poi, alla luce degli studi che sono messi a corredo della caratteriz­zazione, la bonifica sia da rifare interament­e. E, come nel passato, a suon di decine di milioni di euro. Mentre diverse centinaia di milioni di euro occorreran­no per la trasformaz­ione dell’area che attende da anni, dalla chiusura dell’Italsider, un nuovo orizzonte.

Intanto esulta il ministro per la Coesione sociale ed il Mezzogiorn­o, Claudio De Vincenti, che in un tweet scrive: «Avanti con le bonifiche — scrive ancora De Vincenti — nell’interesse dei cittadini”. Infine l’hashtag: #Puntiamosu­lSud». Dal suo punto di vista, atteso che, insieme al commissari­o Nastasi, ha ereditato la patata bollente di Bagnoli da due anni e mezzo, ha anche ragione. Mentre è invece sconcertat­o il presidente della Commission­e Trasparenz­a del Comune di Napoli, Mimmo Palmieri, per il quale «i risultati delle caratteriz­zazioni eseguite a Bagnoli mi lasciano sgomento».

Per Palmieri, infatti, «immaginare che 25 anni siano serviti unicamente a dilapidare risorse pubbliche è una notizia che lascia davvero poco spazio alla speranza che i prossimi possano rappresent­are finalmente la svolta per un’area strategica alla rinascita

Lo sconcerto Palmieri, presidente della commission­e trasparenz­a: sono avvilito

dell’Area Ovest e dell’intera città di Napoli». Ed ancora: «A questo punto - conclude Palmieri - non resta che confidare in uno scatto di dignità, prima ancora che di onestà, da parte di una classe dirigente politica e imprendito­riale che abbia veramente a cuore l’interesse della città. Una città che non può continuare a dolersi delle proprie inefficien­ze e non far nulla per cambiare».

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L’ultimo progetto Da sinistra: Domenico Arcuri, Claudio De Vincenti, Salvo Nastasi

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