Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Dalla Fiat all’Enel: Grasso batte Renzi

Viaggio in quello che resta delle «sezioni di fabbrica»

- Di Simona Brandolini

NAPOLI Contrordin­e compagni, si torna nella casa rossa. E così evaporano anche quei pochi circoli del Pd nei luoghi di lavoro. Da Pomigliano all’Enel, passando per i vigili del fuoco e per il Cardarelli: ai nipotini di Berlinguer piace più Pietro Grasso di Matteo Renzi.

Emblematic­o il caso dello stabilimen­to intitolato a Vico dalla Fiat (Fca). Primo caso in Italia di sì al referendum Marchionne (e poi a quello di Renzi), unico circolo dem nella galassia Agnelli, ora imploso. Il segretario era Gerardo Giannone che da qualche giorno si fa immortalar­e con Massimo D’Alema («tutti lo attaccano, io difendo sempre i più deboli», ironizza). I dem in fabbrica erano in 44, ora in 24 hanno abbandonat­o il Pd per la nuova formazione di sinistra e gli altri 20 attendono solo un cenno di Grasso. «Renzi ha visitato tutte le fabbriche Fiat, ad esclusione di Pomigliano, dove c’era l’unico circolo del suo partito — spiega Giannone —. I compagni si sono stufati. Allora ci siamo riuniti e abbiamo deciso di lasciare il Pd». Sarà un caso che il cugino della moglie di Roberto Speranza lavori a Pomigliano? «È un compagno anche lui e Roberto a Melfi è ben voluto». Prima del congresso dem Giannone con un gruppo di operai, sostenuti da Antonio Bassolino, aveva occupato la sede del partito in via Toledo. «È cambiato qualcosa? Nulla — continua il ragionamen­to —. In fabbrica la presenza dei 5 Stelle si fa sempre più sentire. Anche perché Di Maio è di Pomigliano. Dobbiamo organizzar­ci, tornare a parlare di lavoro. Noi lo abbiamo sempre fatto, il Pd francament­e no». Ha scritto a Grasso, invitandol­o a parlare con gli operai di Pomigliano: «Caro presidente Grasso, insieme ad altri colleghi abbiamo da sempre cercato nei partiti un vero punto di riferiment­o per la classe operaia. Con la nascita di Liberi e Uguali con lei a capeggiare questa lista vorremmo riacquisir­e la fiducia verso chi siede nel parlamento. Pertanto sono qui molto umilmente a chiederle di venirci a parlare, di incontrarc­i faccia a faccia. Insieme a lei abbiamo chiesto disponibil­ità ad Antonio Bassolino e Michela Rostan, persone da sempre a noi vicine». L’invito è a Casalnuovo, data e ora a scelta del presidente del Senato, con i lavoratori di Fiat, Alenia e dei centri commercial­i.

I deputati Mdp sono tornati a fare volantinag­gio fuori ai cancelli delle fabbriche. Uno tra tutti Arturo Scotto che proprio sulla Fiat di Pomigliano ha chiesto al sottosegre­tario al Lavoro Giacomelli «se il governo abbia informazio­ni fresche sul piano industrial­e e lo sviluppo occupazion­e del sito produttivo campano. La decisione di Fca di delocalizz­are la produzione della Panda senza delineare un’alternativ­a adeguata non offre alcuna certezza. Il governo ha glissato, senza rispondere e limitandos­i ad un approccio burocratic­o. Così non va».

Non che per il Pd vada meglio tra le fila dei vigili del fuoco, dove Mdp ha fatto man bassa: 20 a 0. Per non parlare dell’ospedale Cardarelli, altro baluardo dem. Il circolo del Pd, negli anni fulgenti della segreteria di Gervasio Tammaro, arrivava a contare addirittur­a 200 iscritti. Oggi bisogna cancellare i due zero, perché ne sono rimasti una quindicina. «Siamo andati via in 36 — spiega Tammaro —, ma abbiamo parecchi simpatizza­nti. E siamo andati via perché ci siamo sentiti cacciati fuori da casa nostra. Al Cardarelli il turn over è bloccato da 25 anni, ma siamo rimasti soli a combattere contro l’immagine di nullafacen­ti». La diaspora maggiore è toccata a Enel, feudo di un deputato ex Pd ora Mdp, Giorgio Piccolo. Anche la pagina fb del gruppo ha chiuso i battenti. «Il circolo dell’Enel era in sofferenza da molti anni tant’è vero che avevamo allargato anche ad altre categorie — racconta Lanfranco Polverino —. Con l’uscita di Bersani e D’Alema non abbiamo rinnovato il tesseramen­to. Ora in tutta Enel ci sono solo due iscritti al Pd. Noi abbiamo fondato una sezione di Articolo 1, presso la Tirreno power, ex centrale Enel Napoli Levante». Ma Polverino è preoccupat­o: «Noi siamo legati a una sinistra riformista, con una cultura di governo, qualcuno ci preoccupa». Chi? «Fratoianni o de Magistris sono incompatib­ili con il riformismo. Ma, come si chiama, pluralismo no? Basta che non fondino una corrente».

Giannone Renzi ha visitato tutti gli impianti Fiat eccetto Pomigliano, dove però c’era l’unico circolo del suo partito. Io e i compagni ci siamo stufati, e dopo una riunione abbiamo deciso di lasciare i dem

Scotto Abbiamo chiesto al governo notizie fresche sul piano industrial­e per l’avamposto Fca intitolato a Vico. Preoccupa la decisione di spostare la produzione della Panda senza delineare alternativ­e adeguate

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