Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Bullismo record in Campania: 616 casi in 9 mesi

- Luca Marconi

NAPOLI Sono stati 616 i casi di bullismo accertati nelle scuole campane nell'anno scolastico 20162017: così i dati della ricerca a campione «L'incidenza del bullismo nelle scuole della Campania» voluta dal garante regionale dell'infanzia e dell'adolescenz­a, illustrata alla presenza del questore di Napoli Antonio De Iesu e di magistrati del tribunale dei minori. I picchi più alti sono nelle provincie di Napoli e Caserta. Nello specifico, nella provincia partenopea sono stati registrati in media 3 casi per scuola con l’eccezione di istituto comprensiv­o, dove, purtroppo, se ne conteggian­o molti di più. Nella provincia di Caserta, si registra una media di 2,5 casi per scuola, anche qui con due eccezioni con diecine di episodi di violenza. Per il 60% dei docenti il bullismo incide «molto» sull'andamento dell'attività didattica. Su base regionale il 28% dei docenti ritiene di non essere in grado di gestire autonomame­nte il problema, una percentual­e che raggiunge il 38 nella provincia di Napoli. Aumentare la consapevol­ezza delle famiglie e dei ragazzi, spingere chi è vittima a non provare disagio nel «denunciare» e monitorare a scuola e in casa, sono i metodi indicati per contrastar­e il bullismo prima che i ragazzi ne diventino vittime croniche. Cesare Romano, garante per l'infanzia, parla di «numeri allarmanti, tanto più che facendo una proiezione del campione adoperato (22%) sul 100% delle scuole avremmo circa 3000 casi, servono subito strategie di contrasto efficienti». «Bisogna formare gli adolescent­i ad un uso consapevol­e del Web» ritiene il questore Antonio De Iesu: «Bisogna che il minore sappia che qualsiasi foto o riflession­e sui social può diventare virale e non è più possibile tornare indietro». E la giudice minorile Paola Brunese: «Bisogna indurre insegnanti e genitori a cogliere i segnali delle giovani vittime, che spesso si emarginano con vergogna sentendosi quasi responsabi­li della violenza subita. È necessario comunicare quindi che anche il coraggio può aiutare a far emergere il fenomeno sottovalut­ato: i casi che arrivano in tribunale sono sensibilme­nte inferiori a quelli reali».

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