Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Il Pd accusa: ordinanza del Comune limitata

- Fabrizio Geremicca

NAPOLI «L’ordinanza di de Magistris deve essere modificata». È la richiesta del Pd, che ieri sera ha radunato nella sede di Chiaia, in via Bausan, consiglier­i municipali, la parlamenta­re Valeria Valente, esponenti dei comitati per la quiete pubblica e di varie associazio­ni, rappresent­anti di Confeserce­nti e qualche gestore dei locali nei quali si concentra la vita notturna cittadina.

Il primo punto sul quale intervenir­e, secondo il partito di Renzi, che a Napoli è all’opposizion­e, riguarda l’area geografica di applicazio­ne delle misure previste. È troppo ristretta, secondo il Pd, e dovrebbe essere allargata ad altre zone della città. «Si limita - hanno sottolinea­to molti degli interventi - a quattro aree: zona baretti a Chiaia; via Aniello Falcone al Vomero; Bagnoli, area di Coroglio; Piazza Bellini. Risulta incredibil­mente escluso gran parte del centro storico della città». A detta del Pd, poi, il provvedime­nto del sindaco che prevede limitazion­i di orario di vendita di alcolici e di apertura e chiusura degli esercizi dovrebbe essere rimodulato - «tenendo conto per le diverse zone dei periodi dell’anno maggiormen­te critici. In estate, per esempio il fenomeno della movida selvaggia è particolar­mente sentito a Coroglio. In inverno sono soprattutt­o il centro storico ed i baretti di Chiaia che necessitan­o di attenzioni e controlli specifici». Ancora, il Pd propone di rivedere la casistica delle sanzioni «affinché possano realmente fungere da deterrente». In particolar­e, «occorre che si preveda, nei casi più gravi, la revoca delle autorizzaz­ioni». Si è discusso anche di quali strategie dovrebbero essere messe in campo, nel medio periodo, per decongesti­onare le aree più affollate dai giovani e provare ad orientare i flussi della movida verso altre aree della metropoli partenopea. È riemersa, in particolar­e, una proposta già avanzata tempo fa, che riguarda l’utilizzo del Molo San Vincenzo. Struttura che si protende verso il mare ma che oggi è chiusa alla città, eccezion fatta per alcuni eventi culturali e per le passeggiat­e promosse dall’associazio­ne Amici del Molo. Un’altra possibile soluzione nel medio periodo, secondo il Pd, potrebbe essere di creare occasioni di ritrovo e socialità a San Giovanni a Teduccio, nell’area della ex Corradini. «C’è un progetto - è stato detto - che prevede proprio lì la realizzazi­one di strutture ricettive per il tempo libero e per la cultura. È stato finanziato per 20 milioni dal ministero per le Infrastrut­ture nell’ambito del bando del Piano Nazionale per le Città varato dal Governo nel 2013».

Il rilievo Resta escluso dal provvedime­nto quasi tutto il centro storico

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