Pistoletto, da oggi ai Quartieri Spagnoli c’è un Terzo Paradiso

Un grande specchio rettangolare di Michelangelo Pistoletto, nuova versione della suo manifesto internazionale «Terzo Paradiso», alto 2 metri e 40 e largo 3 e 60, collocato all’interno di un box aperto nel cortile di Foqus. Sarà questa l’opera che in via Porta Carrese a Montecalvario l’omonima Fondazione offrirà per Natale ai suoi allievi di ogni età, dai piccolissimi dell’asilo ai più grandi che lì frequentano i corsi di Graphic Design dell’Accademia di Belle Arti. Ma soprattutto agli abitanti dei Quartieri Spagnoli che, insieme agli studenti, non potranno resistere alla tentazione di firmare o disegnare sulla rilucente superficie in vetro. «Abbiamo sistemato — spiega Ra- chele Furfaro, presidente di Foqus — questo specchio rivolto verso l’arco dell’ingresso in modo da restituire l’immagine della strada esterna, simbolo dell’intera città, che invece ha smesso da tempo di riflettere su se stessa». L’operazione dell’artista biellese, illustrata ieri dal suo collaboratore Saverio Teruzzi, acquista così un sapore decisamente «povero» e di grande impatto concettuale. «Al centro dello specchio — spiega il curatore dell’istallazione Eduardo Cicelyn — sarà incollato un adesivo che riproduce il simbolo dell’Infinito, proprio del progetto Terzo Paradiso. Nel frattempo chi vorrà potrà usare pennarelli neri indelebili per lasciare un proprio segno e poi il 21, quando Pistoletto sarà a Napoli per l’inaugurazione, verrà staccata la pellicola lasciando al centro solo quella sagoma libera da scritte». Il lavoro sarà lasciato alla Fondazione, come era già accaduto lo scorso Natale con il giglio numerato di Mimmo Paladino e come dovrebbe accadere in futuro con opere di altri artisti. «Credo — conclude Cicelyn — che oggi abbia molto più senso lavorare in un contesto più autentico come questo, piuttosto che tornare a istallare arte in piazza Plebiscito, come abbiamo fatto in passato, spazio diventato preda di un turismo opprimente e indistinto».

Installazione L’avvio del «Terzo Paradiso», al centro Eduardo Cicelyn