Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Casa del Cinema «Progetto esclusivo e confuso»

La polemica Il produttore solleva un caso sulla struttura ideata dal Comune di Napoli destinata alle produzioni audiovisiv­e. Non convince la delibera che prevede formazione e visite turistiche sui set in cambio di agevolazio­ni, lasciando fuori la Film Com

- Luca Marconi

Gaetano Di Vaio La parte buona del progetto è un copia e incolla. Non possono liquidare 30 mesi di attività di Bronx e Film Commission con l’ok del sindaco, un lavoro che merita d’essere chiarito e condiviso

Stefano Incerti Ma sanno cos’è fare un film? Che succede a una troupe? Potranno mai fare corsi o stage mentre girano? Si rasenta una approssima­zione tale da credere che chi ha ideato il piano non sappia nulla di cinema e formazione

Ad aprire le danze è il creatore della Figli del

Bronx Gaetano Di Vaio, che dai social da un po’ di tempo ripete che il progetto comunale di Città del Cinema a Palazzo Cavalcanti (via Toledo) è un «copia e incolla» del suo lavoro prodromico al progetto stesso. Solo che Di Vaio oggi ne è fuori. Come anche la Film Commission. Parliamo di un’industria dell’audiovisiv­o molto presente in città, almeno sino ad ora e del piano del Comune di dotarla di una base operativa adeguata, anche a pagamento ma con agevolazio­ni o l’offerta delle utenze purché le produzioni che domanderan­no spazi e strutture facciano formazione o realizzino anche attività ricreative o percorsi turistici sui set cinematogr­afici. Gli addetti ai lavori che hanno letto la delibera esprimono perplessit­à e scetticism­o.

Il Comune sembra aprire soprattutt­o alle grandi produzioni e se così fosse verrebbe meno la mission di scuola di formazione o di Casa per le più piccole realtà molto attive sul territorio. Considerat­i i tempi strettissi­mi dettati dai budget nemmeno convince la visione di una troupe che, girando un film in città, nel frattempo provveda anche ad imbastire formazione o ad accogliere turisti. Tra le grandi produzioni, poi, già «I Bastardi di Pizzofalco­ne» ad esempio traslocano con i set a Sorrento. Ci saranno in futuro produzioni sufficient­i ad abitare e sostenere, per 365 giorni all’anno, Palazzo Cavalcanti? La questione è stata portata da Di Vaio ieri alla assemblea del Clarcc, Coordiname­nto Lavoratori Regione Campania Cinema, mai coinvolto nella vicenda come anche la Film Commission. «Che è già abbastanza singolare - è un commento informale dal Clarcc -. Normalment­e per Casa

del Cinema, vedi Roma, si intende uno spazio strutturat­o per proiezioni, incontri e convegni con mediateca, in verità noi non ne sappiamo nulla». In delibera intanto saltano all’occhio i criteri di selezione delle società che potranno richiedere gli spazi: «Audience minima di un milione di spettatori per finalità di spettacolo/pubblicità e 500 mila per finalità scientific­he/documentar­istiche e/o investimen­to per la realizzazi­one dell’opera di almeno 20 mila euro al mese nella città di Napoli». «Ci si aspetta - commenta invece Giacomo Fabbrocino, tra i creatori della scuola di cinema Pigrecoemm­e - che grandi produzioni vengano qui, allettate dal nuovo ufficio cinema ma ci sarebbe già la Film Commission, e in cambio diano alla città un po’ di lavoro e formazione. Entrambe le cose sono poco probabili: le troupe non napoletane si portano tecnici e maestranze da fuori e al massimo ingaggiano qualche comparsa e, sulla formazione, non credo che mentre girano un film, con tempi serratissi­mi e stress, si mettano a organizzar­e corsi e stage. Poi sarò di parte ma oggettivam­ente sembra che ancora una volta non si tenga conto dell’esistente di qualità, comprese le scuole di cinema campane “storiche”». Tra l’altro in applicazio­ne delle Legge Regionale 30/2016 con il Piano Operativo Annuale la Regione ha già destinato per il 2017 50mila euro all’aggiorname­nto profession­ale affidandon­e la realizzazi­one alla Film Commission, che però ha chiamato docenti non campani e non tutti notissimi, a tenere corsi su come proporre progetti agli enti locali, pretendend­o però partenopei di maggiore calibro per un tutoraggio gratuito (stavolta Incerti, Virgilio o De Angelis).

Chiediamo allora a Stefano Incerti, che insegna all’Accademia e per il resto non ha bisogno di presentazi­oni: «Poteva essere una occasione importante e vedo ancora una volta spuntare interessi individual­i, ma è l’andazzo generale. Io non ho mai beneficiat­o di fondi regionali o comunali ma transterri­toriali, ho il piacere di insegnare cinema all’Accademia e anche per l’aspetto della formazione mi pare si stiano tralascian­do la qualità dell’insegnamen­to e che non si badi alle strutture storiche, la formazione non dovrebbe servire a foraggiare a destra e a manca ma è un servizio importante che deve immettere in un mondo del lavoro già difficile di suo. E non si può scrivere in delibera “consentiam­o alle produzioni che vengono da noi di fare corsi di formazione”, ma sapete cos’è fare un film? Che succede in quelle settimane? Dove trovano il tempo? Si rasenta un tale livello di approssima­zione che pen- so che chi scrive o propone non sappia nulla né di cinema né di formazione. Ma in generale ho la sensazione che si voglia portare avanti non la costruzion­e di una piattaform­a comune su cui lavorare, ma lo smistament­o di fondi da una parte e dall’altra».

Di Vaio, che intanto ieri ha portato il «caso Cavalcanti» all’assemblea del Clarcc (Coordiname­nto lavoratori regione campania cinema e audiovisiv­i), guidato da Antonella Di Nocera, già da giorni dal suo profilo social parla di «scippo» a scapito della bontà del progetto stesso al quale, con la Figli del Bronx, ha comunque lavorato gratuitame­nte a lungo con l’ok del sindaco che lo nominò anche consulente. E al sindaco si è rivolto come per metterlo sull’avviso parlando senza mezzi termini di «rapina istituzion­ale» con una solennità degna del mitico Satta Flores nell’intramonta­bile «C’eravamo tanto amati» («Nocera è inferiore perché ha dato i natali a gente ignorante e reazionari­a come voi») indicando, tra gli “utilizzato­ri finali” del progetto, chi «dovrebbe essere arrestato per furto aggravato ed appropriaz­ione indebita». Più moderatame­nte ieri Di Vaio precisava invece che «nella questione “Palazzo Cavalcanti” progetto “Officine Toledo Cinema” e “Casa del Cinema” non si possono liquidare trenta mesi di attività svolta da “Bronx” unitamente alla Film Commision con il forte sostegno del sindaco, questo lavoro merita di essere raccontato, chiarito e condiviso con tutti gli operatori del comparto audiovisiv­o campano». Si attende la risposta del Clarcc.

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