Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Barra: io e il Sarchiapon­e al femminile con Rosalia

L’artista presenta la sua Cantata al Politeama fino all’Epifania

- Stefano de Stefano

Una novità, il Politeama, e un ritorno, quello di un Sarchiapon­e al femminile, per questa edizione della «Cantata dei pastori» che Peppe Barra riporterà in scena da domani fino al giorno dell’Epifania.

La sala di Monte di Dio ospiterà per la prima volta la sacra rappresent­azione natalizia firmata nel 1698 dall’abate Perrucci e poi aggiornata nel tempo in chiave sempre più comica e poi musicale fino alla versione attuale adattata dallo stesso cantante, attore e regista napoletano. Mentre l’utilizzo di Rosalia Porcaro, nel ruolo del grottesco barbiere fuggito da Napoli per omicidio, si aggiunge nel tempo a quello storico di Concetta Barra e a quello più recente di Teresa Del Vecchio.

«Vedo nel personaggi­o di Sarchiapon­e – spiega Barra, che vestirà come sempre l’abito nero dello scrivano Razzullo, finito in Palestina per il censimento – qualcosa di femminile, con un’aggressivi­tà in fondo infantile, densa di una follia espressiva, che la Porcaro esprime perfettame­nte, rifacendos­i un po’ alla tipologia dei suoi famosi caratteri, anche se stavolta irriconosc­ibile grazie al trucco maschile». Quanto alla scelta del teatro, l’attore non rinuncia a qualche battuta polemica. «Sono 40 anni, sin dai tempi della prima ripresa diretta da Roberto De Simone per la Nuova Compagnia di Canto Popolare, che porto in scena questo spettacolo, che è nel dna della cultura partenopea. Eppure ogni volta devo combattere per trovare una sede degna di ospitarlo. A Napoli ormai basta che vada bene il calcio o che si guardi “Gomorra”, tutto il resto è secondario. Negli ultimi anni avevamo trovato ospitalità al Trianon, che però quest’anno è venuto meno. Per fortuna la direzione dell’Augusteo, che gestisce anche il Politeama, ci ha offerto un teatro all’altezza di una messa in scena assolutame­nte unica nel suo genere e che in passato ha ricevuto accoglienz­e trionfali anche all’estero, da New York al Portogallo, dalla Francia alla Svizzera».

La trama è quella di sempre: il viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme, con tutti gli ostacoli frapposti dai diavoli, infine sconfitti dagli angeli, per impedire la nascita di Gesù. E con due napoletani, Razzullo e Sarchiapon­e, incontrati­si lì per caso, spettatori di cotanta vicenda, cui partecipan­o anche i classici personaggi del presepe: pastori, cacciatori e pescatori. «Pur avendo riscritto alcune parti – continua Barra – sono fiero della filologia con cui interpreto da tanto tempo questo testo, che conserva quel confronto ancestrale, e ancora oggi così apprezzato anche dai giovani, fra peccato e virtù, qui condito da tanta ironia tipicament­e napoletana».

In scena al fianco dei due protagonis­ti anche il fedele Patrizio Trampetti, Maria Letizia Gorga, Marco Bonadei (che sostituisc­e Giacinto Palmarini), Enrico Vicinanza (che sostituisc­e Fabio Fiorillo), Francesco Viglietti, Andrea Carotenuto, Chiara Di Girolamo e il piccolo Francesco De Rosa nel ruolo di Benino, il pastorello che dorme.

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Coppia Peppe Barra e Rosalia Porcaro (foto

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