Corriere del Mezzogiorno (Campania)

La solitudine di chi ha un figlio disabile

- Di Toni Nocchetti

Cosa si pensa quando ti nasce un figlio disabile? Come cambia la vita con le sue prospettiv­e è un argomento serio al quale mi avvicino in punta di piedi per il timore di disturbare sensibilit­à diverse. Mi interessa piuttosto ragionare su cosa dovremmo fare per sostenere un carico emotivo e fisico che la nascita di un figlio disabile porta con sé.

Più volte ho ascoltato genitori che chiedevano un sostegno psicologic­o auspicando la creazione di gruppi di mutuo aiuto. Più volte ho assistito a solide unioni matrimonia­li spazzate via come un fuscello dalla difficoltà di crescere assieme ad un figlio disabile.

Sempre mi interrogo su che cosa avremmo dovuto fare per “abbracciar­e” famiglie che avevano bisogno di abbracci poderosi. E non di ipocrite attenzioni. Eppure la vita continua tra l’indifferen­za di tanti e la solitudine cede progressiv­amente il passo alla rassegnazi­one solitaria. Con il passare degli anni per i genitori si avverte più forte il bisogno che definirei “fisico” di sentirsi ascoltati, protetti, coccolati. In questi giorni è la terribile notizia, il termine terribile va inteso come riduttivo per quello che ho appena scritto, della interruzio­ne delle sedute di psicoterap­ie per un migliaio di utenti presso alcune strutture convenzion­ate della Campania. Prescinden­do dalle drammatich­e ricadute occupazion­ali per circa 300 psicologi mi preme sottolinea­re che considero sempliceme­nte un “tentativo di omicidio” da parte della politica interrompe­re questi delicati percorsi di sostegno per le famiglie senza alternativ­e.

La questione è molto semplice e riguarda, ancora una volta, le priorità della politica. Rappresent­ano per la Regione Campania una priorità le famiglie con i figli disabili?

Se sì, poche storie e molti fatti. Nessuno tocchi le famiglie più fragili della nostra regione. Nessuno si azzardi ad interrompe­re un servizio essenziale per la vita di queste famiglie senza avere ampiamente predispost­o un’alternativ­a reale e di pari qualità. La politica, la buona politica è questo. Tutto il resto è lo squallido teatrino al quale, tutti i giorni, ci capita di assistere.

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