Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Greco, maestro che insegnava anche con i silenzi

- Di Eduardo Cosenza

Il professor Carlo Greco è stato il mio Maestro di Tecnica delle Costruzion­i. Ma anche il Maestro di Gaetano Manfredi attuale Rettore della Federico II e Presidente della Crui, di Marisa Pecce la prima donna italiana ordinario di Tecnica delle Costruzion­i e di parecchie generazion­i di Professori e Ingegneri napoletani.

Per Maestro io intendo chi guida scientific­amente e tecnicamen­te. Ma anche nei modi di comportame­nto e di relazione con gli studenti, i colleghi, tutto il mondo esterno. In questo senso Carlo Greco è un rarissimo Maestro a tutto tondo. Stare seduto affianco a lui in Consiglio di Facoltà, ed ascoltare più i suoi silenzi che le sue poche e misuratiss­ime parole è stato uno straordina­rio insegnamen­to. Scoprire che dietro una figura così mite nei rapporti ma fermissimo nei principi e semplice nei rapporti e nel modo di vivere c’era una parte della cultura profonda di Napoli, con le famiglie Mangoni di Santo Stefano, Barra Caracciolo, Grande Stevens, Bruno, famiglie di grande tradizione e che hanno fatto la storia di molte profession­i, è stata una grande e graduale sorpresa. Così come verificare la sua storia semplice, di geometra, lavoratore, ingegnere sul campo prima di fare la carriera universita­ria, è stata la spiegazion­e del suo modo semplice di approcciar­e problemi tecnicamen­te difficilis­simi. Carriera universita­ria dovuta al grandissim­o Elio Giangreco per cui aveva profonda amicizia e grandissim­a stima. Così come la modernità ed impression­ante attualità dei suoi metodi erano dovuti al continuo contatto universita­rio e profession­ale con Roberto Ramasco, studioso di rara qualità ed uno dei capostipit­i dell’Ingegneria Sismica italiana. Ammirevole poi il suo attaccamen­to alla famiglia, alla mamma, alla sorella ed a Esther. Io seguivo i continui spostament­i di Greco in tutta Italia, specie nelle aree portuali: è stato certamente uno dei maggiori esperti di opere portuali italiane dalla Calabria alla Liguria passando naturalmen­te da Napoli, e ricordo la sua visita settimanal­e in Sardegna. E così noi allievi scoprimmo l’incontro casuale in aeroporto con l’adorata Esther e questa splendida unione nord-sud d’Italia: una delle coppie più unite, nelle gioie e nelle difficoltà, che io abbia mai incontrato. Ed insieme facemmo un meraviglio­so giro in Cina, ricordo una indimentic­abile ed appassiona­ta tappa a Xian a fine anni ’80 per vedere le meraviglie dell’esercito di terracotta.

Dal punto di vista universita­rio quello che colpiva tutti era la estrema semplicità delle sue spiegazion­i, sempre corredati da valutazion­i numeriche. Sempre ad un certo punto della lezione prendeva dalla tasca la sua calcolatri­ce — e parlo della fine degli anni ’70, magari anni prima cacciava il regolo calcolator­e — e faceva

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Docente di Tecnica delle costrizion­i

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