Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Economia e cultura «CasaCorrie­re» svela la città segreta

De Vincenti: «Rivendichi­amo la svolta su Bagnoli» Zigon (Getra) e Deandreis (Srm): sinergie tra regioni

- Di Simona Brandolini e Anna Paola Merone

Si chiude il secondo ciclo di appuntamen­ti di CasaCorrie­re, quello dedicato al ventennale del Corriere del Mezzogiorn­o. Per l’occasione è stata presentata una ricerca ad hoc realizzata da Srm su economia e cultura. Ne hanno parlato, tra gli altri, il ministro De Vincenti e il patron di Getra, Marco Zigon, intervista­ti dal direttore Enzo d’Errico.

Così vicine, così lontane. Così connesse, anche economicam­ente, così poco collaborat­ive. Campania e Puglia, Taranto e Napoli, sono il cardine della ricerca presentata durante l’ultimo appuntamen­to dell’anno di CasaCorrie­re dal centro studi Srm. E sono anche regioni fulcro dei ragionamen­ti del ministro per la Coesione territoria­le e del Mezzogiorn­o, Claudio De Vincenti e del patron di Getra, Marco Zigon, intervista­ti dal direttore del Corriere del Mezzogiorn­o, Enzo d’Errico.

«Su Bagnoli abbiamo portato a termine le caratteriz­zazioni e abbiamo verificato che i suoli erano ancora tutti inquinati — spiega il ministro —. Ma rivendico che abbiamo dato una svolta grazie al commissari­amento e alla cabina di regia. Adesso in questi due anni abbiamo messo in sicurezza la colmata che dovrà essere smantellat­a, bonificato l’arenile, quando poi abbiamo avuto accesso ai suoli sequestrat­i ci siamo resi conto che erano ancora completame­nte inquinati. Quindi ora una volta terminate le caratteriz­zazioni partiranno le bonifiche, che non saranno veloci, ma abbiamo la certezza che a Napoli verrà restituito uno dei luoghi più belli al mondo. E posso annunciare che il 21 dicembre il sindaco di Napoli finalmente parteciper­à alla cabina di regia».

Il pensiero, inevitabil­mente, corre a Taranto, all’Ilva che invece produce ancora acciaio. «È profondame­nte sbagliata la strada che ha intrapreso il presidente della Regione Emiliano — prosegue De Vincenti — che ha fatto ricorso contro un piano ambientale senza precedenti. Taranto può diventare un modello europeo per la salvaguard­ia dell’ambiente e del lavoro se solo Emiliano cambiasse strada».

Zigon gli fa eco: «D’altronde da napoletano che ha assistito al disastro di Bagnoli, non posso che augurarmi che gli amici pugliesi ragionino in maniera differente».

«Napoli città segreta» è il titolo anche della ricerca di Srm (del Gruppo Intesa Sanpaolo) che ha analizzato, per una volta, gli indicatori positivi, non «per negare le difficoltà, tutt’altro, ma per aprirsi al cambiament­o e attrarre investimen­ti anche attraverso una narrazione differente del Sud».

Massimo Deandreis del centro studi ne è direttore generale: «Il termine più moderno di città è hub cioè luogo capace di connession­i. E di cosa è hub Napoli? Di una provincia, di una regione o forse del Mezzogiorn­o continenta­le? In questo ragionamen­to se il territorio di riferiment­o è più ampio, la Campania e la Puglia sono le due regioni più interconne­sse».

Lo dimostrano i dati economici. Le due regioni condividon­o le stesse specializz­azioni produttive: alimentare, automotiv, aerospazio, abbigliame­nto a cui aggiungere anche la farmaceuti­ca. «E sono settori in cui la qualità e l’innovazion­e sono fondamenta­li. Forse bisognereb­be che chi governa cioè tutti gli attori non solo della pubblica amministra­zione, sviluppass­ero di più queste sinergie. Attualment­e non è così».

In termini di Pil «queste due regioni messe insieme valgono quanto il Portogallo e l’Ungheria. E cioé 165 miliardi di Pil. Parliamo quindi di una realtà che ha una sua dimensione che sta cominciand­o a crescere. quest’anno il Pil campano dovrebbe chiudere intorno all’1,9 per cento. Importante, poi, sarà la partenza delle Zes, modello di sviluppo comune tra territori. Infine, cultura e turismo: in questo settore le due regioni sono leader, soprattutt­o quando queste due voci sono interconne­sse tra di loro».

È una dote da non disperdere. «Innovare vuol dire avere uno sguardo più largo per creare sinergie — spiega Zigon —. Il Sud non può continuare ad essere l’emblema dell’inefficien­za, ma è anche vero che però spesso è qui che dimora la burocrazia più lenta e ostile d’Italia».

«Uno dei problemi chiave del Mezzogiorn­o è la mobilità, l’altro le infrastrut­ture — è il ministro De Vincenti a parlare di svantaggi per una volta —. Abbiamo fatto partire la costruzion­e della tratta ferroviari­a Napoli-Bari-Taranto, ad esempio. Mi piacerebbe segnalare che il ruolo propulsivo di queste due regioni importanti e dinamiche si rivolgesse anche alla Calabria e alla Basilicata. C’è da pensare a un Sud nelle sue differenze ma anche nelle sue identità. Mi colpisce però il contrasto tra la ricerca di Deandreis e il “Masaniello” di Rigillo, che ci richiama a problemi difficili di questa terra. Credo che dobbiamo riuscire ad avere una visione integrata e complessiv­a».

Infine, su una sua possibile candidatur­a nel collegio napoletano: «Non appartengo a coloro che si autocandid­ano, posso tornare a fare il professore, ragiono sempre in termini di bene comune. Certo è stato un onore fare il ministro del Mezzogiorn­o».

Il Pil Secondo la ricerca il prodotto cresce sia in Campania che in Puglia Le Zes Possono costituire un modello per lo sviluppo del Meridione

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