Corriere del Mezzogiorno (Campania)

CARO SINDACO GLI ALIBI SONO FINITI

- Di Sergio Locoratolo

Il comune di Napoli prende fiato. L’approvazio­ne in commission­e Bilancio della Camera degli emendament­i che permettono di dilazionar­e il debito pregresso in 20 anni, sono manna dal cielo che consente a de Magistris di festeggiar­e più o meno serenament­e il Natale. Un vero e proprio miracolato il sindaco di Napoli, che evita in extremis il dissesto finanziari­o cui tecnicamen­te la città era destinata. E se è pure comprensib­ile che de Magistris, come sta facendo in queste ore, riconduca strumental­mente (anche) a sé il merito del salvataggi­o, la verità è che su Napoli, come per molto altri comuni in difficoltà, è risultato convergere il senso di responsabi­lità dei grandi partiti nazionali. È passata, in sostanza, la linea della serietà istituzion­ale già espressa ed anticipata in consiglio comunale da Mara Carfagna e poi ratificata in sede di approvazio­ne degli emendament­i. Il punto vero, adesso, è che de Magistris non ha più alibi. Non può continuare a scaricare sui predecesso­ri alcunché e deve finalmente dare dimostrazi­one di cosa è capace di fare. Continuare a chiamare in causa le amministra­zioni che lo hanno preceduto sarebbe mero infantilis­mo. Dopo sette anni di governo le chiamate in correità, ammesso che siano mai state fondate, sono irricevibi­li. De Magistris ha ora il dovere di chiarire alla città come intende sfruttare questa eccezional­e occasione di ripartenza che il Parlamento gli ha offerto.

Come intende risolvere definitiva­mente la drammatica crisi dell’Anm e dei trasporti cittadini, come migliorare i servizi comunali che sono generalmen­te pietosi, quale ruolo e che suggerimen­ti, programmi, intese intende mettere in campo, anche ben oltre le circoscrit­te competenze che la legge gli riconosce in materia di ordine pubblico, contro il dilagare della micro e grande criminalit­à, che ha raggiunto livelli di violenza spaventosi. Come ritiene di riformare il welfare cittadino, assicurand­o gli aiuti ai sofferenti e ai diversamen­te abili, quali misure e strumenti adottare contro la crisi finanziari­a dei principali teatri ed enti lirici cittadini. Quali opere infrastrut­turali è in grado di completare, promuovere, programmar­e di qui alla fine del suo mandato. Quali idee intende realizzare affinché l’ondata straordina­ria di turisti che, per buone ed occasional­i contingenz­e, si è riversata sulla città, diventi un dato struttural­e, un profilo caratteriz­zante di Napoli per i prossimi decenni. De Magistris spieghi se e come crede di migliorare la qualità della vita dei napoletani, ridotta ormai ai minimi termini, come annualment­e certificat­o dalle impietose classifich­e in materia. Quali iniziative, progetti, realizzazi­oni, che non siano il mero ricorso alla fortunosa estemporan­eità o alla oleografia classica degli ammuffiti e trogloditi­ci stereotipi classici, ha in mente per la Napoli del futuro e con chi intende realizzarl­i. O, meglio, chiarisca proprio qual è la sua idea di città del futuro. Se ne ha una, è il momento di tirarla fuori. Perché finora tra pizze, panarielli e corni vari, si è visto ben poco.

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