Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il ministro Orlando tiene a battesimo le sarte-detenute
Il ministro della Giustizia presenta il progetto della maison Marinella nel penitenziario di Pozzuoli
Undici detenute di Pozzuoli sarte per l’atelier Marinella.L’attività presentata ieri nella struttura penitenziaria, alla presenza del ministro Andrea Orlando, fa parte di un progetto più ampio partito da Napoli sul recupero della legalità.
NAPOLI «Non mi sento di dire che Gomorra è una brutta pagina per Napoli. La differenza è però che qui tentiamo di dare una risposta fattiva, nel nome della qualità. Che parte da Napoli e punta al recupero della legalità». Il ministro della Giustizia Andrea Orlando parla del progetto che ha portato nel carcere di Pozzuoli un laboratorio di cravatte della maison Marinella. In mattinata è stato nella casa circondariale per visitare gli spazi dove è stato allestito un polo artigianale nel quale le detenute, sotto la guida di due lavoranti dell’atelier, hanno imparato a realizzare cravatte destinate a doni istituzionali e al personale della polizia penitenziaria. «Che a questo punto è la più elegante del mondo» celia Orlando, ricordando che oltre a Marinella sono coinvolti nel progetto Tod’s, Brunello Cucinelli e Zegna. Maurizio Marinella rivendica il primato del Mezzogiorno. «Impossibile resistere alla tentazione di sottolineare che siamo stati i primi. Il Sud ha battuto il Nord. Ed essere coinvolti in questo progetto è una grande emozione» dice rivolgendosi ad un parterre composto soprattutto da magistrati, nel salone degli affreschi del museo della maison in piazza Vittoria.
Con Orlando, l’assessore regionale Chiara Marciani ed Enzo Moretta, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti, Marinella firma un protocollo di intesa che fa seguito a quello che ha portato il savoir faire della maison in carcere. Un accordo in base al quale viene costituito un consorzio del quale faranno parte le detenute una volta uscite dal carcere, per mettere a frutto le competenze acquisite.
«Si tratta di un progetto importante — sottolinea Orlando — perché il lavoro nelle carceri, non seriale, va aumentato. A prevenzione della recidiva. Il carcere é un luogo dove si può investire, il modello di altri Paesi è significativo, ed esperienze come queste possono essere moltiplicate. La riforma del sistema penitenziario è un tema molto importante dove abbiamo lavorato bene. E bene si è lavorato per questo progetto che, come mi ha detto il giovane Alessandro Marinella, è stato un investimento anche e soprattutto emotivo».
La previsione è di produrre 8mila cravatte l’anno corrispondenti a commesse per 60 mila euro. Si sofferma sulle ricadute pratiche del progetto Santi Consolo, capo del dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, che sottolinea il coinvolgimento di aziende di alta gamma per l’iniziativa e il sostegno dell’ordine dei commercialisti che al progetto ha offerto consulenza e strumenti tecnici. Poi due detenute, in rappresentanza di tutte le altre, consegnano regali a Consolo e Orlando. Cravatte realizzate nel laboratorio di Pozzuoli. Quella per il ministro è di un colore rosso brillante, con una piccola fantasia. «Non saranno mica quelle della penitenziaria» scherza, prima di guardare un video che in quattro minuti racconta il laboratorio nel carcere e intreccia la speranza all’asprezza della detenzione.
Occhi lucidi e applausi.
Marinella «Per una volta il Sud ha battuto il Nord Siamo stati i primi»