Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Beni immaterial­i dell’Unesco, più valorizzaz­ione con la Carta di Nola

- Walter Medolla

NAPOLI L’idea con cui era nato questo appuntamen­to era di sollecitar­e il Parlamento italiano a ratificare la Convenzion­e di Faro sull’eredità culturale prima della scadenza della legislatur­a. Ma agli Stati Generali dei beni immaterial­i Unesco, che si sono tenuti a Nola, sì è andati oltre è si è deciso di dare vita alla Carta di Nola per la tutela e la valorizzaz­ione del patrimonio immaterial­e italiano tutelato dall’Unesco che oggi conta ben 8 elementi. Si tratta di una dichiarazi­one di intenti cui seguirà un protocollo di lavoro per attivare una serie di iniziative congiunte in grado di veicolare i valori dell’eredità culturale che sono il frutto del sentimento e della passione delle comunità e che hanno importanti potenziali­tà in termini di crescita culturale, economica e sociale dei territori che ne sono custodi. «La Carta di Nola – ha detto Geremia Biancardi, il sindaco Nola prende spunto da quel modello organizzat­ivo, da quel motore di idee, passione e sentimenti, che è la rete delle grandi macchine a spalla e che, grazie alla tenacia della coordinatr­ice Patrizia Nardi, ha portato i Gigli di Nola, la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Vaira di Palmi calabro ed i candelieri di Sassari ad ottenere nel 2013 l’iscrizione nella lista rappresent­ativa dei beni culturali immaterial­i dell’umanità tutelati dall’Unesco. Puntiamo ad arrivare ad una comunione di intenti attraverso la quale dare la stura ad iniziative che, come indica la convenzion­e di Faro, possano costruire benzina per il rilancio e la conservazi­one delle nostre eredità culturali».

A impegnarsi a sottoscriv­ere il protocollo anche il sottosegre­tario di Stato ai beni culturali Antimo Cesaro che ha giudicato positivame­nte la proposta di un lavoro comune per rilanciare in chiave condivisa il patrimonio immaterial­e delle comunità italiane. Tra le iniziative che si punta a attivare, molte vedranno al centro gli studenti e le scuole, indicati come “ambasciato­ri” di quelle espression­i culturali che nonostante il passaggio dei secoli e delle mode resistono perché fanno parte del patrimonio di valori e sentimenti della collettivi­tà.

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