Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Beni immateriali dell’Unesco, più valorizzazione con la Carta di Nola
NAPOLI L’idea con cui era nato questo appuntamento era di sollecitare il Parlamento italiano a ratificare la Convenzione di Faro sull’eredità culturale prima della scadenza della legislatura. Ma agli Stati Generali dei beni immateriali Unesco, che si sono tenuti a Nola, sì è andati oltre è si è deciso di dare vita alla Carta di Nola per la tutela e la valorizzazione del patrimonio immateriale italiano tutelato dall’Unesco che oggi conta ben 8 elementi. Si tratta di una dichiarazione di intenti cui seguirà un protocollo di lavoro per attivare una serie di iniziative congiunte in grado di veicolare i valori dell’eredità culturale che sono il frutto del sentimento e della passione delle comunità e che hanno importanti potenzialità in termini di crescita culturale, economica e sociale dei territori che ne sono custodi. «La Carta di Nola – ha detto Geremia Biancardi, il sindaco Nola prende spunto da quel modello organizzativo, da quel motore di idee, passione e sentimenti, che è la rete delle grandi macchine a spalla e che, grazie alla tenacia della coordinatrice Patrizia Nardi, ha portato i Gigli di Nola, la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Vaira di Palmi calabro ed i candelieri di Sassari ad ottenere nel 2013 l’iscrizione nella lista rappresentativa dei beni culturali immateriali dell’umanità tutelati dall’Unesco. Puntiamo ad arrivare ad una comunione di intenti attraverso la quale dare la stura ad iniziative che, come indica la convenzione di Faro, possano costruire benzina per il rilancio e la conservazione delle nostre eredità culturali».
A impegnarsi a sottoscrivere il protocollo anche il sottosegretario di Stato ai beni culturali Antimo Cesaro che ha giudicato positivamente la proposta di un lavoro comune per rilanciare in chiave condivisa il patrimonio immateriale delle comunità italiane. Tra le iniziative che si punta a attivare, molte vedranno al centro gli studenti e le scuole, indicati come “ambasciatori” di quelle espressioni culturali che nonostante il passaggio dei secoli e delle mode resistono perché fanno parte del patrimonio di valori e sentimenti della collettività.