Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Così la diagnosi diventa un baluardo per la prevenzione
Il trattamento della patologia varia a seconda dell’estensione e severità dei sintomi
da gruppi di studio internazionali. Ciò prevede l’assegnazione di un punteggio ai diversi segni clinici presentati dal paziente, e successivamente, dalla somma dei singoli valori si ricava la probabilità questi sia affetto dalla sindrome. La diagnosi, dunque, è prettamente clinica.
Il medico deve sempre annoverare la patologia tra le sue ipotesi diagnostiche per un attento monitoraggio, fondamentale visto che quadri considerati inizialmente di lieve entità possono aggravarsi e progredire verso complicanze invalidanti ed insanabili, quali, ad esempio, la cecità. In medicina, l’attenzione congiunta del medico e del paziente volta ad evitare il complicarsi di una patologia di base è definita prevenzione terziaria. Questa rappresenta l’ultimo step del percorso preventivo, che inizia con l’attività di promozione della salute, che ha l’obiettivo di avvicinare il cittadino ad un corretto stile di vita, passa per la prevenzione primaria, che mira ad eliminare fattori di rischio per una determinata malattia; continua con la prevenzione secondaria, che ha come obiettivo la diagnosi precoce in gruppi di soggetti a rischio, e si conclude, appunto, con la prevenzione terziaria.
La sindrome di Behçet rientra tra le patologie che si giovano maggiormente di questi due ultimi step, non avendo una eziologia ancora del tutto chiara (sebbene ci siano diverse ipotesi in materia), e dunque non potendone evitare l’insorgenza. Il trattamento della sindrome di Behçet è sintomatico e non risolutivo; varia a seconda dell’estensione e della severità delle manifestazioni cliniche, dovendosi adattare al singolo paziente ed alla fase di attività o meno della patologia. La terapia si basa sull’utilizzo di diversi farmaci, tra cui farmaci topici e terapie sistemiche con corticosteroidi, antinfiammatori non steroidei, colchicina ed agenti immunosoppressori, inclusi i farmaci biologici di recente sviluppo.
La gestione del paziente mira quindi a rendere il decorso della malattia il meno invalidante possibile, con una speciale attenzione alla prevenzione delle complicanze attraverso un team medico multidisciplinare.