Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Giù un muro, tensioni a Pompei
Crollo nella domus della «Caccia ai tori». Sabato arriva Franceschini
La notizia del crollo del muro della domus della caccia ai tori a Pompei riporta la mente alla stagione nera dei cedimenti che fecero scalpore nel mondo: ma anche quella della sfida tra soprintendenza e sindacati. Osanna annuncia l’inchiesta interna per scoprire gli autori della fuga di notizie. Polemici i sindacati. In questo clima sabato si apriranno nuove domus, alla presenza del ministro Franceschini.
Nell’elenco di gare e bandi del Grande progetto Pompei, alla voce cantieri conclusi ci sono anche i «Lavori di messa in sicurezza della Regio VI». Ed è proprio in questa regione che ieri si è avuta notizia del crollo di un muro in una domus chiusa al pubblico. Per la precisione una porzione di muro di circa un metro e mezzo distaccatasi interamente «per cause impreviste» dovute al vuoto sottostante causato dall’esistenza di una cisterna.
In pratica un cedimento. L’intonaco non è stato danneggiato. E per il soprintendente Massimo Osanna «non ci sono danni archeologici perché il muro è intatto e si può ricollocare in sito».
È fredda Pompei, ma appare nitida. I lavoratori della Ales, la società in house del ministero dei Beni culturali, intorno all’una hanno già provveduto a coprire con un telo il muro crollato. Non fanno avvicinare. Guardano in cagnesco. Anche il soprintendente Massimo Osanna è meno disponibile del solito. Del cedimento nella Casa della Caccia ai Tori è stata informata prima la stampa e poi, solo dopo, la soprintendenza. Osanna corre sul posto, con i tecnici, per un sopralluogo. Poi esplode: «Atteggiamenti del genere sembrano mirati unicamente a screditare l’operato di questa amministrazione. Un episodio come quello di questa mattina sarebbe stato reso noto con la massima trasparenza e le necessarie motivazioni come sempre. Ma è evidente che tuttora ai concreti risultati in termini di restauri e messa in sicurezza di gran parte del patrimonio culturale vesuviano, si contrappone la volontà di chi, attraverso la diffusione in maniera tendenziosa di informazioni, intende vanificare il certosino lavoro di ricostruzione dell’immagine del sito di Pompei».
Il soprintendente annuncia insomma un’inchiesta interna sulla fuga di notizie, per stanare «la gola profonda». L’ascia di guerra era solo stata temporaneamente sotterrata. Per Osanna si dovrebbe parlare di notizie ad orologeria visto che sabato arriva il ministro Dario Franceschini per inaugurare domus e botteghe su via di Nocera e Pompei torna a far parlare di sé per un crollo.
Ministro e governo che proprio sugli scavi ci hanno messo la faccia, esaltando a più riprese il nuovo corso. Non ultimo nel luglio scorso: «Pompei era sinonimo di negatività, di crolli, di difficoltà e scioperi selvaggi. Ora è una storia di riscatto e un modello di riferimento per l’utilizzo delle risorse pubbliche nel mondo».
Effettivamente è da tempo che non si vedono code di turisti sotto sole o pioggia rimasti fuori ai cancelli a causa di un’improvvisa serrata. Ma è pur vero che tra i lavoratori della soprintendenza qualche malumore serpeggia. C’è uno scontro interno tra gli addetti della Soprintendenza e quelli della Ales, «pagati meglio, perché hanno un contratto commerciale», dicono. Per non parlare dell’emendamento in Finanziaria che di fatto assume in blocco l’intera segreteria tecnica a supporto del Grande Progetto Pompei. Senza contare la notizia del protocollo d’intesa firmato con il ministero dell’Interno per far lavorare all’interno degli scavi migranti richiedenti asilo. Il sindacato Unsa definisce l’iniziativa «biasimevole». In una nota firmata dal segretario dell’Unsa del parco archeologico di Pompei, Antonio Pepe, la sperimentazione viene bocciata«perché offende i giovani disoccupati italiani che vedono sottrarsi la possibilità di ottenere un posto di lavoro e vanificare la speranza di formare una propria famiglia». «Gli italiani disoccupati sono tanti - aggiunge il sindacalista - ed è proprio e soprattutto nel rispetto di questi ultimi che bisogna tutelare e garantire loro un futuro. Dobbiamo imparare prima a risolvere i problemi di casa nostra e poi occuparci degli altri, onde evitare discriminazioni che alimentano sempre più il razzismo e la delinquenza. Siamo favorevoli a iniziative per la realizzazione di un programma occupazionale ma non daremo giustificazione a chi innesca una guerra tra poveri, tra proprietari e ospiti».
Intanto come di consueto la Procura di Torre Annunziata guidata da Alessandro Pennasilico ha aperto un’indagine conoscitiva.