Corriere del Mezzogiorno (Campania)
L’ira di De Luca: «La Puglia vuole la nostra acqua»
Presentato emendamento alla Finanziaria per trasferire le sorgenti di Caposele
Il governatore De Luca denuncia: la Puglia vuole la nostra acqua, un deputato ha presentato un emendamento alla Finanziaria per trasferire le sorgenti di Caposele.
La replica di Emiliano «Ho saputo dei suoi timori, ma non è affatto così, noi vogliamo solo migliorare Aqp»
Torna la guerra dell’acqua tra Campania e Puglia dopo le scaramucce di quest’estate durante il periodo della grande siccità.
Già allora c’era stato un tentativo, da parte della regione adriatica, di gestire le sorgenti di Caposele che si trovano a pochi chilometri dal «confine». Stavolta, addirittura, si punta al passaggio di «proprietà». A denunciare il disegno è stato il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. «Un parlamentare pugliese - ha detto ha presentato un emendamento alla Finanziaria che punta a trasferire le sorgenti di Caposele e portarle all’acquedotto pugliese. Gravissimo». L’emendamento è stato presentato da Dario Ginefra, parlamentare del Pd vicino al governatore della Puglia Michele Emiliano. Per De Luca «questo è un atto di malvivenza politica perché colpisce territori terremotati dell’Irpinia e soprattutto comunità che hanno mantenuto un rapporto di fraternità e di solidarietà con la comunità sorella della Puglia, accettando la situazione per la quale comuni dell’alto Sele in estate hanno avuto l’acqua razionata pur di trasferire le loro risorse idriche. E questo ci fa un po’ arrabbiare. Noi diamo - ha concluso De Luca - la nostra totale solidarietà e amicizia nei confronti di altre realtà territoriali ma riteniamo davvero gravissimo questo tentativo di assumere il controllo delle nostre sorgenti».
Preoccupata anche il presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosetta D’Amelio. «Condivido - spiega - l’allarme del presidente Vincenzo De Luca. L’Irpinia è da decenni solidale nei confronti delle comunità pugliesi, ma abbiamo il dovere di preservare i nostri territori da un simile torto. Per questo sono in contatto con i parlamentari del Pd, Valentina Paris e Luigi Famiglietti, per evitare che l’operazione vada in porto».
E sì, perché la guerra dell’acqua è tutta una faida interna al Pd con De Luca da una parte ed Emiliano, esponente di punta della minoranza dem, dall’altra e non può far altro che indebolire ancora di più il partito di Renzi.
Il parlamentare Angelo D’Agostino chiama alla mobilitazione tutti i parlamentari irpini, mentre i Verdi allargano l’orizzonte e chiamano alla «guerra santa», tutti i rappresentanti campani in parlamento. «Contro la proposta di Ginefra ci deve essere la massima unità - spiega il consigliere regionale verde Francesco Borrelli - sia a livello nazionale, in Parlamento, che a livello regionale e siamo certi che l’intero Consiglio regionale saprà far sentire la sua vicinanza al presidente De Luca che, rendendo noto l’emendamento, ha già garantito il suo massimo impegno per evitare quello che appare come un vero e proprio «scippo» inaccettabile». Ed Emiliano? Il governatore pugliese rassicura: «Il presidente De Luca ha avuto timore che noi volessimo portar via Caposele alla Campania, ma non è assolutamente così. Noi anzi dobbiamo mettere l’Acquedotto pugliese a disposizione di tutto il Mezzogiorno perché divenga una società di tutte le regioni del Sud Italia». Parlando dell’Acquedotto pugliese, Emiliano ha detto che «siamo riusciti ad avere, e mi auguro vada a buon fine, una piccola proroga del contratto di servizio dell’Acquedotto pugliese. Perché l’Acquedotto pugliese perdeva la concessione nel 2018».