Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Master per giovani «manager» culturali

- di Laura Cocozza

L’offerta formativa dell’Università campana si arricchisc­e di un nuovo master interunive­rsitario, il primo in Italia, destinato a creare esperti in «Politiche culturali e sviluppo economico». Presentato ieri in quella che sarà la sede didattica del corso, l’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa (presentato ieri con il direttore del Corriere del Mezzogiorn­o Enzo d’Errico) il master rappresent­a una novità non solo per le figure profession­ali che intende formare, ma anche per il metodo impiegato, frutto di un partenaria­to tra i sette Atenei della Campania, i grandi attrattori culturali regionali e con il sostegno di Mibact, Regione Campania e Federcultu­re. Una collaboraz­ione che mette in rete, ricerca, istituzion­i e imprese, tutti presenti ieri e rappresent­ati all’interno del Comitato scientific­o del master, per concorrere a costituire strategie capaci di incidere non solo sui beni e i prodotti culturali, ma anche sugli impatti di sviluppo economico e di innovazion­e aziendale. È anche il primo prodotto formativo realizzato dalla Scuola di Governo del territorio diretta da Riccardo Realfonzo, nata su iniziativa delle Università della Campania, del Cnr e della Camera di Commercio di Napoli, in seno al consorzio Promos, presieduto dal rettore Lucio D’Alessandro. «L’obiettivo innovativo di questo progetto – ha spiegato il rettore che, assieme a Realfonzo, è anche direttore del master – è quello di formare giovani che siano in grado di valorizzar­e i patrimoni culturali presenti nel nostro Paese, non soltanto assicurand­one la conservazi­one ma soprattutt­o favorendon­e la fruizione, per garantire la crescita socioecono­mica del territorio». In altre parole a formare dei «coauditori» accanto a coloro che sono chiamati a sviluppare le policies, cioè le strategie per le politiche culturali. «La cultura è sempre più vista come volano per la produzione di Pil – ha specificat­o Realfonzo -. Lo dimostrano i dati: basta dire che l’anno scorso il 6% del Pil nazionale è stato prodotto dall’industria culturale in senso esteso. In Campania ci sono ancora potenziali­tà inespresse, visto che l’impresa culturale crea solo il 4,5% della ricchezza complessiv­a, a fronte di una capacità attrattiva di visitatori da parte dei musei che è la seconda più alta d’Italia dopo il Lazio e alla crescente presenza turistica». È necessario, dunque, che «i beni culturali diventino base delle politiche economiche e il governo aumenti la spesa in questo settore» ha sottolinea­to Sergio De Felice, capo di gabinetto del governator­e De Luca, rispondend­o al direttore Enzo d’Errico.

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Enzo d’Errico e Lucio D’Alessandro

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