Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Napoli, ribellati alle baby-gang»
Appello della madre del ragazzo accoltellato: «È il figlio di tutti». Domani marcia dalla Sanità a Foria
La città adesso si mobilita accogliendo l’appello della mamma del diciassettenne accoltellato in via Foria da una baby-gang. Maria Luisa Iavarone, dal suo profilo Facebook ha chiesto una mobilitazione di massa per scuotere l’opinione pubblica: «Voglio che Arturo diventi il figlio di tutti i napoletani», ha scritto. Così in due ore gli amici di classe, il sindaco de Magistris, la Municipalità, le associazioni hanno organizzato un corteo per domani alle 10,30 dal liceo Cuoco del rione Sanità fino al luogo dell’aggressione.
NAPOLI Lo hanno visto passeggiare in strada, solo, indifeso. Perché Arturo è un bravo ragazzo, frequenta il liceo Cuoco nella zona dei «Miracoli», la parte alta del rione Sanità e loro, il «branco» di minorenni impuniti, è proprio di quella zona. Forse lo avevano già visto qualche volta uscire da scuola e filare dritto a casa che dista dieci minuti a piedi.
Due giorni fa è stato lui la vittima predestinata della loro inspiegabile furia e il quartiere adesso si mobilita e ha deciso di reagire accogliendo l’appello della mamma, Maria Luisa Iavarone, che dal suo profilo Facebook ha chiesto una mobilitazione di massa per scuotere l’opinione pubblica: «Voglio che Arturo diventi il figlio di tutti i napoletani», ha scritto. Così in due ore gli amici di classe, il sindaco de Magistris, la Municipalità, le associazioni hanno organizzato un corteo per domani alle 10,30 dal liceo Cuoco del rione Sanità fino al luogo dell’aggressione avvenuta in via Foria, davanti alla caserma Garibaldi.
Con il passare delle ore diventano più chiari il movente e la dinamica dell’aggressione di lunedì pomeriggio che ha quasi provocato la morte del 17enne. Tre le coltellate: una al fianco, attutita dal giubbotto, una alla schiena, fortissima, profonda e che gli ha perforato un polmone. L’ultima alla gola: volevano «finirlo». La lama gli ha quasi trafitto la giugulare e si è fermata ad appena due millimetri, se l’avesse perforata Arturo sarebbe morto in pochi minuti.
I quattro aggressori sono stati fermati la sera stessa grazie alla testimonianza di una persona, che ha visto tutto e non si è trincerato dietro al
Aggressori fotosegnalati, Hanno 12 e 13 anni La vittima salva per soli due millimetri
muro di omertà aiutando senza esitazione la polizia. I quattro sono stati così bloccati da una pattuglia del commissariato Scampia che era in zona e sono stati portati in Questura, alla sezione Omicidi. Uno ha dodici anni, due tredici e un altro quattordici. I tre più piccoli sono stati «certamente» riconosciuti come i componenti del «branco», l’altro invece no. Sono stati fotosegnalati perché i loro volti saranno mostrati al ragazzo quando si sentirà meglio. I quattro non sono imputabili per la legge e per questo sono stati riaffidati alle famiglie. Ma se la vittima riconoscerà i minorenni come i suoi aggressori partiranno le segnalazioni al Tribunale dei Minori che manderà gli assistenti sociali. Erano le 17,30 di due giorni fa e Arturo doveva andare dal medico a ritirare un certificato. I quattro erano su una panchina e prendevano di mira chiunque passasse: donne, anziani, bambini, ma come ha raccontato il testimone, furbamente mai nessuno che si muoveva in gruppo. Quando Arturo li ha visti ha provato a deviare il percorso ma era troppo tardi. Uno di loro si è avvicinato e gli ha intimato di tirare fuori il cellulare che aveva in tasca. Ma non era un tentativo di rapina, solo una scusa per farlo fermare. Il 17enne aveva capito che si stava mettendo male e ha accelerato il passo. È stato prima offeso, poi provocato con spintoni e infine accerchiato, picchiato e accoltellato. Uno di loro ha provato a sgozzarlo, senza pietà. Soccorso da una passante ha fatto appena in tempo a chiamare la mamma. Ieri un altro «branco» è stato intercettato e fermato prima che entrasse in azione nella stessa zona. Altri minori con coltelli in tasca.
Ma il sindaco de Magistri ribadisce ciò che già aveva detto martedì: «La nuova stagione di Gomorra - ha detto a Radio Rai alla trasmissione «Un giorno da pecora» - non l’ho vista. Al di là dell’opera d’arte, su cui ognuno la può pensare come vuole, mi preoccupa molto, da sindaco, da genitore e da ex magistrato, l’emulazione che diversi ragazzi fanno nell’imitare i personaggi negativi quasi come se diventassero positivi o simpatici. Ne abbiamo parlato anche nel Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. La sera dopo il serial aumentano anche le stese».