Corriere del Mezzogiorno (Campania)
A bordo dei bus ma il bigliettaio ancora non c’è
Da via Medina al Vomero, il nostro viaggio con gli autobus nel primo giorno dei bigliettai a bordo riserva la prima sorpresa: si è trattato di una falsa partenza. Molti gli autisti che non avevano i titoli di viaggio, ma anch tanta disinformazione: rarissime le richieste dei passeggeri, che peraltro avevano avuto tutto il tempo di acquistare il biglietto nell’attesa dello stesso autobus alle fermate. Difficile anche ottenere informazioni precise da parte dell’azienda Anm.
Falsa partenza, ieri, per la vendita del biglietto da parte del conducente a bordo dei bus di Anm. Molti gli autisti che non avevano i titoli di viaggio. Rarissime le richieste dei passeggeri. Inesistente la comunicazione da parte di Anm.
Prima tappa: la fermata di via Medina. Sono le 14 ed è molto affollata. Il primo a far capolino è il filobus 201. «Scusi - la domanda al conducente - vorrei comprare un biglietto». Risposta: «Non è possibile perché non ce l’ho». Di rimando: «Ma oggi non doveva partire la vendita sul bus?». L’autista: «Qualcuno li ha presi, molti altri no». In via Guglielmo Sanfelice si avvicina alla fermata lo R4. «Mi dà un biglietto?». «Non ce l’ho». Il passeggero: «Ma avevo capito che avrei potuto, da oggi, comprarlo in autobus». Il conducente: «Io ancora devo andarli a prendere». Si scende e si risale, pochi minuti più tardi, sullo R2, vettura 814. Stavolta alla richiesta l’autista si appresta a staccare il ticket. «Quanti ne ha venduti finora?». Risposta: «Uno solo, prima che me lo chiedesse lei. Vedo salire tanta gente che non oblitera e domando: Biglietti? Scendono».
Alle 15 la fermata davanti al teatro San Carlo è affollata di persone tanto infreddolite quanto esasperate, perché da oltre mezz’ora non si avvista un bus. «Sono qui dalle 14.30», protesta un insegnante pisano che si è trasferito a Napoli. Il display non conforta, perché R2 e C 25 sono previsti alle 15.15.Chiedere se qualcuno è a conoscenza della novità del biglietto a bordo diventa quasi un azzardo, ma ci si prova. Nessuno, o quasi, ne sa qualcosa. Non lo comunicano, d’altronde, i display alle paline delle fermate e neppure è stato affisso qualche avviso sotto le pensiline. «Ma se questi - s’infervora una signora anziana diretta al Corso Lucci - non sono capaci di far circolare i bus, come possono riuscire a vendere i biglietti a bordo? Se non mettono un bigliettaio che controlla, la gente continuerà a non pagare. Io spendo 35 euro per l’abbonamento mensile e mi sento una cretina». Alle 15.17 spunta il C25. L’autista si chiama Giovanni Rea ed è tra quelli che hanno portato il blocco di biglietti sul bus. Vendite? «Uno solo», risponde. Ultima tappa il 128. Alla prima fermata di Santa Lucia la palina che dovrebbe indicare i tempi di attesa è guasta da mesi. Ci si affida alla speranza e, per chi ce l’ha, ad infoclick, l’applicazione sullo smartphone. «Dice che passa alle 15.40», comunica a tutti una signora che ha appena compulsato il cellulare. Arriverà, in effetti, alle 15.46. Guida una ragazza piuttosto laconica. «Scusi, mi dà un biglietto? «No». «Lei è tra quelli che non li hanno presi?». «Si». Da Santa Lucia a via Cimarosa salgono e scendono decine di passeggeri, ma le obliteratrici lavorano solo un paio di volte. Tutti abbonati, vien da pensare, o molti portoghesi.
«La falsa partenza era prevedibile - commenta Adolfo Vallini, del sindacato Usb -. Perché si è chiesto ai conducenti di andare a ritirare i biglietti nei depositi al di fuori dell’orario di lavoro e perchè l’autista, per un guadagno di 16 centesimi sul sovrapprezzo, dovrebbe dividersi tra la guida e la vendita». Anm invita a non trarre conclusioni affrettate: «Impossibile un bilancio prima di una settimana».