Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Io, suo prof Il migliore al Certamen a Palermo

- Di Vittorio Gennarini

Chi scrive è un insegnante del liceo «Cuoco-Campanella» di piazza Miracoli travolto dalla bufera dei giorni che viviamo: lo stesso liceo che frequenta, in quarta, lo studente diciassett­enne accoltella­to quasi a morte lo scorso lunedì pomeriggio a via Foria per motivi tuttora inspiegabi­li e assurdi. Arturo è un allievo scrupoloso e eccellente, è benvoluto da tutti e i suoi professori sono orgogliosi di lui. La storia infinita, direbbero guardando alla Napoli dei nostri giorni, ad una voce, lo scrittore tedesco Michael Ende e il filosofo Benedetto Croce, uso a passeggiar­e nei vicoli del centro storico partenopèo. In realtà proprio qui, nel cuore della città antica che gronda di storia bimillenar­ia e di fede, si è istaurata una lotta senza quartiere che sembra non dover finire mai e divenire anzi ad ogni giorno che passa più feroce e spietata. Intendiamo la guerra senza esclusione di colpi fra la camorra e la cultura, che oggi non risparmia più neppure i primi della classe, gli studenti insomma che siano emersi dalla palude della mediocrità. Così, affascinat­o dalla prospettiv­a di crescere e fortificar­si senza fare alcun ricorso alle mafie o addirittur­a intruppars­i in una delle tante baby-gang che oggi dettano legge in città, mettendosi sempre in gioco per aiutare gli altri. Arturo aveva provato, con l’aiuto dei suoi insegnanti, ad assaporare l’aria balsamica della Cultura e ne era divenuto fiero, al punto da partecipar­e con un magnifico testo di scrittura creativa al convegno pirandelli­ano svoltosi ai primi di dicembre a Palermo. La risposta della camorra a questo suo tener ben alta la testa sulla melmosa illegalità in cui sguazza Napoli non si è fatta attendere. Per me questo è un altro capitolo sconvolgen­te della guerra infinita fra camorra e Cultura che si combatte nei vicoli di Napoli. Ma Arturo si riprenderà, è ancora vivo e migliora di ora in ora: poiché la pelle della Cultura napoletana è dura, e soprattutt­o gode le simpatie del mondo intero. E tutti quanti vogliono una città libera dai mercanti di morte, degna della magnifica tradizione dei secoli passati. La scuola che svolge la sua missione sociale è dunque il grande ostacolo da travolgere per la “paranza dei bambini”. Ma non ci riuscirann­o.

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