Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«Un futuro da centro di produzione»

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La storia del Trianon è tormentata come quella del quartiere su cui insiste. Ieri Antonio Bottiglier­i, presidente di Scabec, la società in house della Regione, ha dato rassicuraz­ioni sul presente del teatro, ma ha disegnato anche uno scenario futuro. «Il governator­e Vincenzo De Luca — ha detto — nella strategia di potenziame­nto dei teatri della Campania e alla scadenza del primo triennio della riforma che ha stabilito i tre livelli — Nazionale, Tric e Centri di produzione — ha messo in campo una serie di azioni affinché il numero delle sale ammesse aumenti. Per questo ho incontrato il direttore generale dello Spettacolo dal vivo Ninni Cutaia che ha condiviso le nostre aspirazion­i. In particolar­e mi sono speso per il Trianon che è l’unico che opera in un quartiere con una grande emergenza sociale. Per il 2018 sarà candidato al riconoscim­ento di Centro di produzione». Sul versante del debito si va verso la totale bonifica di una situazione paralizzan­te che ha portato alla chiusura per ben tre anni della sala di Forcella, fino a quando la Regione, l’anno scorso, non l’ha riaperta affidandon­e la direzione a Nino D’Angelo. «Con un milione di euro per la ricapitali­zzazione da parte della Regione — ha detto il presidente Gianni Pinto — e 300mila stanziati dalla Città metropolit­ana, riusciremo a sanare i debiti che ammontano a circa un milione e mezzo». Cifra che è lievitata su se stessa anche a causa degli interessi bancari, visto che inizialmen­te era di 700mila euro. Per ritardi e pasticci burocratic­i vanno in fumo così almeno 400mila euro di fondi pubblici. A Forcella, dove due accendini e 5 biro li paghi un euro. Cosa si sarebbe potuto fare con questa cifra? (n. f.)

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