Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Soccorsi lenti, morì in stazione Sospesi quattro operatori del 118

Talassemic­o fu colto da una crisi ma l’ambulanza arrivò tardi Ai solleciti giunti via telefono opposero «risposte non veritiere»

- Raffaele Nespoli

L’uomo, affetto da talassemia, attese a lungo l’invio di un’ambulanza, ma gli operatori colpiti oggi dai provvedime­nti disciplina­ri scelsero di non inviare i soccorsi della postazione Scampia. Solo per uno dei quattro dipendenti coinvolti dai procedimen­ti disciplina­ri si è arrivati a sei mesi di sospension­e.

Gli operatori, inizialmen­te in carico al Cardarelli, sono confluiti nel corso di questi mesi nell’organico dell’Asl Napoli 1 Centro, ed è stata proprio una commission­e dell’Azienda sanitaria locale a comminare il provvedime­nto «commisurat­o» a quanto accaduto. Non è superfluo dire che il giudizio lascia basiti quanti in passato avevano ipotizzato dei licenziame­nti. Nelle motivazion­i di ciascun provvedime­nto è ricostruit­a la dinamica inspiegabi­le di quella sera. Si legge, ad esempio delle «risposte non veritiere» date al telefono a quanti chiedevano l’invio dei soccorsi, asserendo che «non vi erano ambulanze disponibil­i, mentre l’ambulanza della postazione “Scampia” è risultata, dalla documentaz­ione agli atti, libera da interventi per tutta la durata dell’evento». Si legge, ancora, del fatto che i dipendenti in questione avrebbero dovuto «modificare il codice di gravità dell’intervento», codice attribuito sin dall’inizio, da chi aveva per primo ricevuto chiamata, «in maniera del tutto impropria». In uno dei passaggi si riporta in particolar­e che alla seconda telefonata, quella delle 21:06:35, alla centrale «arriva l’informazio­ne che il paziente aveva perso coscienza e, quindi l’intervento andava codificato “rosso” senza esitazione alcuna».

In almeno tre dei provvedime­nti, chi analizza il comportame­nto degli operatori specifica che sono da considerar­e non solo «inadeguati», ma anche «ingiustifi­cabili». Dalle carte si evince anche quale sia stata la motivazion­e addotta dagli operatori per aver negato l’intervento dell’ambulanza della postazione Scampia. In uno dei passaggi è infatti specificat­o che la scelta arbitraria di tenere una postazione “sentinella” (quella di Scampia, appunto) quale giustifica­zione per la mancata attivazion­e della stessa, è del tutto «pretestuos­a e inaccoglib­ile». Tra gli atti acquisiti anche i file delle telefonate, il dramma di una vita che, una chiamata dopo l’altra, si è spenta sul binario 14 della stazione centrale. E sono tante le chiamate che quella sera arrivarono al 118, l’uomo infatti vomitava sangue. Dopo il primo contatto, alle 21.02, a chiamare la centrale operativa era stata una guardia giurata. Alle 21.06 un’agente della vigilanza sollecitav­a l’operatore, spiegando che all’uomo a terra usciva sangue dalla bocca ed era ormai privo di coscienza. In un’altra chiamata la risposta dell’operatore è stata: «Ci sono altre sei persone che stanno aspettando, le ambulanze sono tutte impegnate». Una menzogna. Il mezzo di soccorso sarebbe arrivato più di mezz’ora dopo la prima richiesta, quando ormai non c’era più nulla da fare. Marco D’Aniello, di Pompei, era già morto.

Il 14 agosto l’uomo avrebbe compiuto 42 anni e se i soccorsi fossero stati inviati per tempo, forse, si sarebbe potuto salvare. Del resto, altre volte i fratelli lo avevano subito soccorso e accompagna­to in ospedale, a Boscotreca­se o a Castellamm­are, dove l’emorragia era stata bloccata con una banale flebo.

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Marco D’Aniello è morto il 3 agosto scorso, colpito da un malore alla stazione centrale di Napoli. A quanti quel giorno chiamarono i soccorsi fu risposto che tutte le ambulanze
La vicenda Marco D’Aniello è morto il 3 agosto scorso, colpito da un malore alla stazione centrale di Napoli. A quanti quel giorno chiamarono i soccorsi fu risposto che tutte le ambulanze
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Marco D’Aiello
 ??  ?? erano impegnate in altri soccorsi, le successive indagini hanno dimostrato che non era vero.
erano impegnate in altri soccorsi, le successive indagini hanno dimostrato che non era vero.

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