Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Il Napoli in mostra al Mann Un secolo di passione sportiva
Trofei, cimeli e filmati in mostra all’Archeologico sette stazioni, 13 schermi da Achille Lauro all’era De Laurentiis
Da oggi e fino al 27 febbraio, un secolo di passione sportiva legata al Napoli Calcio sarà in mostra al Museo Archeologico di Napoli. Sette stazioni espositive per andare indietro nel tempo e ripercorrere un secolo di storia azzurra: da Attila Sallustro ai giorni nostri. La mostra nasce da un’idea di Alessandro Formisano, realizzata con il supporto del direttore del Mann Paolo Giulierini.
Il biglietto dell’ultima partita di campionato giocata dal Grande Torino con il Napoli prima del disastro aereo di Superga è un colpo al cuore. Forte, intenso. Ed è un misto di emozione e dolore. Quel biglietto di colore arancione un po’ sbiadito è in una delle bacheche dei cimeli della storia del Napoli, in mostra da oggi e fino al 27 febbraio al Museo Archeologico. Occupa il suo spazio tra altri ticket, anche più remoti, vicino ad una sfilza di abbonamenti dal 1906 ad oggi. Eh sì, venti anni prima dell’anno in cui nacque ufficialmente il Calcio Napoli, dai tempi di Attila Sallustro ad oggi. Eccolo, il museo del Napoli, il primo in senso assoluto. Che niente ha delle sensazionalistiche esposizioni che molti di noi hanno visitato nel Nord Italia e sopratutto all’estero. È piuttosto una raccolta selezionatissima di cimeli e ricordi, pochi trofei sistemati legittimamente su una parete grande e visibile, ma tante «cosette», simboli, ninnoli, camei. E per ciascuno c’è un ricordo da ricercare negli annali della storia, c’è una personale emozione. Le maglie a strisce blu e bianche in lana doppia, quelle nere. E il quadretto con l’immagine di Savoldi, preso di spalle nella stagione 1975/76 in cui il club fece il record di abbonamenti. Finanche le figurine Panini d’epoca per la cura dell’esposizione sono lì che sembrano parlare, dispensare sensazioni.
Aurelio de Laurentiis visita la mostra in anteprima, è la sua prima volta al Mann e resta sorpreso. Si compiace, si stupisce di tanta bellezza. Tanta storia. Il museo del Napoli nasce da un’idea di Alessandro Formisano, head of operation del club. Che da un anno dialoga con il direttore del Mann Paolo Giulierini per realizzarlo. Sette stazioni espositive, tre sale per ripercorrere la storia del Napoli, dai primi anni del Novecento, l’età pionieristica del calcio in città, ad Achille Lauro, dal Napoli boom degli anni ‘60, a Ferlaino, dagli scudetti dell’epoca di Maradona negli anni ‘80, alle vittorie dell’era De Laurentiis. Storie azzurre che colorano le sale austere del Museo Archeologico Nazionale. «Il Napoli nel mito», Giulierini è entuasiasta: «Il miglior regalo di Natale che questo club poteva fare ai propri tifosi, un atto d’amore. Un’operazione modello di come l’arte incontra il calcio e che potrà essere esportata in tutto il mondo». Il Mann custodisce capolavori assoluti della statuaria antica legata allo sport, come i corridori della Villa dei Papiri, ora dialoga con lo sport dei giorni nostri, con quel calcio che racchiude i valori del riscatto, del senso di squadra e dell’aggregazione civica.
Ecco, cosa è il museo del Napoli, espressione dell’identità della città. «La mostra è pensata - ha spiegato Formisano - per mostrare agli appassionati «memorie mai viste. È stata pensata per creare valore, creare cultura e ci auguriamo che sia espressione del nostro modo di lavorare. Siamo stati supportati da collezionisti, abbiamo riunito eccellenze per raggiungere l’obiettivo al meglio». L’esposizione si trova in tre sale del piano terra, affacciate sul giardino delle camelie, in cui la storia viene ricostruita e raccontata attraverso i materiali ed i cimeli di «Momenti Azzurri», associazione nata 10 anni fa da un’idea di Dino Alinei e Giuseppe Montanino attraverso le loro collezioni private ricche di testimonianze di oltre un secolo di passione sportiva a Napoli e in Campania: magliette, palloni, giornali gagliardetti, fotografie, calendari, gadget di ogni genere, figurine, arricchita da filmati storici introvabili e fotografie d’epoca che consentono di rivivere e ricordare le gesta dei campioni che hanno fatto grande il Napoli, da Attila Sallustro a Marek Hamsik. Aurelio de Laurentiis ha brevemente ripercorso la sua storia: «Dal 2007 ad oggi - ha detto - abbiamo fatto passi da gi-
Paolo Giulierini Operazione che diventa un modello di come l’arte incontra il calcio, un percorso che indurrà tutti gli sportivi ad andare indietro nel tempo
Alessandro Formisano È stato pensato per creare valore, creare cultura, espressione del nostro modo di lavorare Abbiamo riunito eccellenze e collezionisti
Aurelio De Laurentiis Dal 2007 ad oggi abbiamo fatto passi da gigante, senza mai dover chiedere scusa a nessuno. Eroici in una città dove è complicato lavorare
gante, senza mai dover chiedere scusa a nessuno. Con autonomia e guardando sempre al futuro. Siamo stati eroici, da qui sono passati da Quagliarella a Lavezzi, Cavani e Mertens». Lo scudetto è il trofeo che manca e il patron azzurro rimarca: «Non gioco io. Muoversi a Napoli è complicato, devo avere sette milioni da questa città. Pensate a quanti giocatori potevo comprare». Il mercato diventa la coda inevitabile di una serata di arte e cultura. E poi il trofeo tanto atteso: «Ci proviamo, sogniamo insieme». Poi, rivolto ai tifosi: «Scusatemi se non riesco a farvi felice, voi siete il mio gol». Per Natale il gol più bello è la mostra al Mann, dove l’impatto emozionale è altissimo.