Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nicodemo: comunicare? Molti politici sbagliano
L’ex staffista di Renzi il 12 gennaio sarà in cattedra al Suor Orsola con Claudio Velardi
Il 12 gennaio al Suor Orsola Benincasa salgono in cattedra Claudio Velardi e Francesco Nicodemo per un corso di comunicazione politica e istituzionale all’interno del master in lobby.
«In piena campagna elettorale, un’occasione ghiotta», Nicodemo il 30 dicembre ha lasciato Palazzo Chigi. Velardi lo ha subito preso in scuderia: direttore editoriale della Fondazione «Ottimisti e Razionali» e docente di comunicazione. L’assunto di base è: «La comunicazione è sempre politica. Ma devi essere in grado di raccontare quello che fai. Se comunichi male significa che hai un problema di contenuti».
Nicodemo, dia le pagelle ai comunicatori, evitando Renzi però. Il migliore del 2017?
«Macron che è riuscito in un contesto ostile a parlare di temi europei, con i populisti contro. Un misto di audacia e fortuna».
Un esempio di cattiva comunicazione?
«Finora la campagna del Pd nel 2013. Quella ufficiale era l’Italia giusta, ma si ricorda solo “smacchiamo, smacchiamo” contro Berlusconi. La prima regola è raccontare quello che vuoi fare tu e non quello che vogliono fare gli altri».
Lei ha partecipato alla campagna delle europee, quelle del 40 per cento. Poi cosa è successo?
«La campagna referendaria è stata un errore, perché al di là della personalizzazione, invece di impostare la comunicazione sui passi in avanti si è inseguito il fronte del no, ma sui contenuti populisti sono più bravi loro».
Berlusconi, grande comunicatore, di nuovo in pista.
«Chiederà il voto utile, sta costruendo la campagna così. Lo schema è lo stesso del ‘94 ma questa volta contro Grillo. Al momento il centrodestra è quello che ha più chance di vincere. Detto questo i sondaggi sono sempre un’istantanea del passato».
E Grillo-Di Maio?
«Stanno provando ad allargare la base elettorale. Il loro è uno schema diverso rispetto al 2013: proveranno a imporsi come alternativa alle larghe intese. Ma al momento non vedo un grande successo».
Praticamente il Pd è in mezzo a due fuochi.
«Il Pd è schiacciato in questo schema, certo. Tra voto utile e alternativa. Se continuano a inseguire la campagna elettorale sarà difficile. La nuova narrazione dovrebbe partire invece da reddito, lavoro e riduzione delle tasse. Lo diceva Gramsci: o determini l’egemonia culturale o la subisci. Ora il Pd la sta subendo».
Ottimista e razionale?
«Claudio è un maestro. Spero che la Fondazione diventi un punto di riferimento nel dibattito pubblico, che oggi è isterico».
Le manca già la politica?
«Sono una felicissima partita Iva, ora i consigli li fatturo».