Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Spaccia soldi falsi ai baretti. Fermato dopo una rissa
Intervento dei titolari dei locali di Chiaia. L’uomo non aveva documenti ma ha gridato: sono del clan Cimmino
Non c’è pace per la zona dei baretti di Chiaia. Ieri sera intorno alle 21 tensione altissima per una colluttazione tra un balordo conosciuto come «quello dei soldi falsi» e i titolari di alcuni locali.
L’uomo, che da settimane, consumava nei bar di via Bisignano e delle stradine limitrofe del quartiere salotto della città, si presentava come un normale cliente, prendeva il suo cocktail e poi puntualmente pagava.
Ma ad un certo punto i commercianti si sono accorti che ogni sera nelle casse arrivavano un po’ di soldi falsi e che almeno in sei locali risultavano a fine serata molte banconote di 10 e 20 euro perfettamente uguali alle originali. Così nei giorni scorsi è cominciato un passaparola, qualche testimone ha identificato il volto dell’uomo dei soldi falsi e ieri sera il cameriere di uno dei locali di via Bisignano ha gridato: «È lui, prendiamolo». L’uomo ha tentato di fuggire ma è stato bloccato da due camerieri e da un esercente ed ha subito reagito sferrando due pugni contro il commerciante. Sono arrivati subito altri dipendenti dei locali a dare una mano. Il truffatore è stato bloccato ma ha cominciato a urlare minacciando tutti: «Attenti che io che io faccio parte del clan Cimmino».
In pochi minuti è intervenuta la pattuglia di polizia municipale che presidiava la zona. L’uomo è stato fermato ma non aveva documenti con se, quindi è stato portato via per essere identificato. Sul posto il capitano Vassallo e i vigili al comando del capitano Sabina Pagnano. Poco dopo è arrivata anche una macchina della polizia. E nella zona è ritornata la calma. L’uomo dei soldi falsi è stato assicurato alla giustizia grazie a quei titolari dei baretti, a coloro che lavoravano a quell’ora nei locali della movida e alla gente che era in strada.
Nessuno ha avuto paura di fermare la sua fuga neanche quando l’uomo ha fatto il nome del clan camorristico. Sono in corso indagini sui presunti legami dell’uomo con il clan Cimmino. Il clan Cimmino, protagonista di una lunga serie di omicidi, estorsioni e traffico di droga, ordinò l’agguato in cui perse per errore la vita una mamma innocente, Silvia Ruotolo.