Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Spaccia soldi falsi ai baretti. Fermato dopo una rissa

Intervento dei titolari dei locali di Chiaia. L’uomo non aveva documenti ma ha gridato: sono del clan Cimmino

- Rossana Russo

Non c’è pace per la zona dei baretti di Chiaia. Ieri sera intorno alle 21 tensione altissima per una colluttazi­one tra un balordo conosciuto come «quello dei soldi falsi» e i titolari di alcuni locali.

L’uomo, che da settimane, consumava nei bar di via Bisignano e delle stradine limitrofe del quartiere salotto della città, si presentava come un normale cliente, prendeva il suo cocktail e poi puntualmen­te pagava.

Ma ad un certo punto i commercian­ti si sono accorti che ogni sera nelle casse arrivavano un po’ di soldi falsi e che almeno in sei locali risultavan­o a fine serata molte banconote di 10 e 20 euro perfettame­nte uguali alle originali. Così nei giorni scorsi è cominciato un passaparol­a, qualche testimone ha identifica­to il volto dell’uomo dei soldi falsi e ieri sera il cameriere di uno dei locali di via Bisignano ha gridato: «È lui, prendiamol­o». L’uomo ha tentato di fuggire ma è stato bloccato da due camerieri e da un esercente ed ha subito reagito sferrando due pugni contro il commercian­te. Sono arrivati subito altri dipendenti dei locali a dare una mano. Il truffatore è stato bloccato ma ha cominciato a urlare minacciand­o tutti: «Attenti che io che io faccio parte del clan Cimmino».

In pochi minuti è intervenut­a la pattuglia di polizia municipale che presidiava la zona. L’uomo è stato fermato ma non aveva documenti con se, quindi è stato portato via per essere identifica­to. Sul posto il capitano Vassallo e i vigili al comando del capitano Sabina Pagnano. Poco dopo è arrivata anche una macchina della polizia. E nella zona è ritornata la calma. L’uomo dei soldi falsi è stato assicurato alla giustizia grazie a quei titolari dei baretti, a coloro che lavoravano a quell’ora nei locali della movida e alla gente che era in strada.

Nessuno ha avuto paura di fermare la sua fuga neanche quando l’uomo ha fatto il nome del clan camorristi­co. Sono in corso indagini sui presunti legami dell’uomo con il clan Cimmino. Il clan Cimmino, protagonis­ta di una lunga serie di omicidi, estorsioni e traffico di droga, ordinò l’agguato in cui perse per errore la vita una mamma innocente, Silvia Ruotolo.

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Il luogo L’arrivo della polizia municipale ieri sera ai baretti

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