Corriere del Mezzogiorno (Campania)
SE NAPOLI COMINCIA A SCAMPIA
Industria 4.0: Tecno vuole assumere 120 giovani ma solo il 14% dei candidati ha le certificazioni
Sabato scorso una folla di settemila anime – forse diecimila – ha affollato la piazza principale di Scampia per il ritorno a casa di Franco Ricciardi. Il frontman della Masseria Cardone si è esibito in un concerto gratuito di due ore per il suo popolo, dopo i successi al David di Donatello, alla Mostra del Cinema di Venezia e del tour che ha toccato anche diverse capitali europee. Con lui sul palco le giovani stelle del rap partenopeo: Lucariello, Rocco Hunt Enzo Dong. Poco distante dalle luci della ribalta, invece, c’è stato il vero spettacolo: la gente di Scampia. Una folla vivace ma composta che da questa piazza ha affermato ancora una volta la sua voglia di esistere e di contare per la città e nel mondo. Perfetta l’organizzazione della serata, così come la gestione dell’ordine pubblico. Anche se resta una grave pecca l’aver fatto terminare le corse della metropolitana al solito ridicolo orario. Eppure, anche nella città del disordine e del fare le cose non «con» ma «nonostante» le Istituzioni, quando c’è la volontà ci si riesce. Soprattutto per merito della gente di Scampia che ha dimostrato, casomai ce ne fosse ancora bisogno, che da queste parti qualcosa è cambiato, peraltro confermando che quanto di più interessante esiste oggi dal punto di vista musicale, artistico e sociale a Napoli sta in periferia. Prendendo a prestito il titolo di un libro pubblicato nel 2005 da
L’ancora del Mediterraneo, a cura di Maurizio Braucci e Giovanni Zoppoli, verrebbe da dire che «Napoli comincia a Scampia».
In pochi giorni sono arrivati quasi 1200 curricula. Ingegneri, tecnici, professionisti digitali e sviluppatori: Tecno, gruppo napoletano nel settore dei servizi alle imprese per il risparmio energetico e la sostenibilità ambientale, punta su Industria 4.0 per diventare una realtà internazionale. E per i prossimi due anni intende assumere 120 nuove figure, giovani e con le competenze tipiche di Industria 4.0, la nuova frontiera verso il futuro.
E una di esse è la conoscenza delle lingue, a cominciare da quella inglese. Tecno è pronta ad assumere professionisti che lavorino in inglese, giovani preparati e pronti per gestire il business nelle varie sedi del gruppo. Una sfida, quella lanciata dal fondatore dell’azienda Giovanni Lombardi, per scoprire i talenti di Napoli, Campania e del Meridione in generale. Una sfida, però, che si sta scontrando con una realtà già
Giovanni Lombardi Noi puntiamo ad essere un’azienda che abbia una visione internazionale Il trend Ad oggi presentati circa 1200 curricula: l’otto per cento dice di conoscere due lingue
nota: al Sud sono davvero pochi i giovani professionisti e manager che lavorano parlando in inglese.
E i dati diffusi ieri dall’azienda sono emblematici. Per le lingue (la cui conoscenza a livello professionale è fondamentale per l’assunzione) circa il 70 per cento dei candidati (sono ad oggi come detto circa 1200) ha dichiarato di conoscere la lingua inglese sia scritta che parlata («I colloqui ci diranno se quel che scrivono sia vero», fanno sapere da Tecno), solo il 20% però ha presentato certificazioni linguistiche che dimostrano il livello di conoscenza dell’inglese mentre solo l’8% conosce un ulteriore lingua straniera (tedesco, spagnolo, francese e cinese). Numeri molto bassi che confermano la scarsa visione internazionale del territorio campano. «Cerchiamo persone che provengano dal nostro mondo o che lo conoscano e che siano in grado di lavorare in inglese perché puntiamo ad essere un’azienda che abbia visione internazionale nella quale buona parte del personale sappia lavorare in inglese ed almeno in un’altra lingua per venire incontro alle esigenze dei clienti che sempre di più hanno sedi o business all’estero», ha detto Lombardi. Il 65% dei curricular sono stati inviati da candidati residenti in Campania. «È importante sottolineare che una fetta molto importante di candidati che hanno fatto richiesta dalle altre regioni sono figure che vogliono rientrare a Napoli dopo un’esperienza di lavoro fuori sede», fanno sapere dall’azienda. Dopo la Campania ci sono Puglia, Calabria e Sicilia (18%). «Abbiamo ricevuto anche circa 25 application da figure straniere (Belgio, Brasile, Francia, Germania, UK e addirittura una candidatura dal Giappone)», concludono.
Salvatore Avitabile