Corriere del Mezzogiorno (Campania)

De Mita chiamò il giudice, Avellino vuole gli atti

- Titti Beneduce

Un errore di trascrizio­ne, una «g» al posto di una «l»: e così Gerardo Bilotta, fedelissim­o di Ciriaco De Mita e indagato ad Avellino assieme ad Anna Maria Scarinzi, moglie dell’ex presidente del Consiglio, nelle carte dell’inchiesta su giudici e sentenze pilotate diventa Gerardo Bigotta. Chiarire se sia accaduto proprio questo è l’obiettivo della Procura di Avellino, che nei prossimi giorni chiederà gli atti ai colleghi di Napoli.

L’errore di trascrizio­ne, se di errore si è trattato e non esiste un Gerardo Bigotta, riguarda una telefonata tra De Mita, oggi sindaco di Nusco, e Mario Pagano, giudice fino a poco tempo fa al Tribunale di Salerno, al centro dell’inchiesta sulle sentenze pilotate e ai domiciliar­i dallo scorso 11 dicembre. La telefonata è del 20 febbraio 2016: De Mita chiede a Pagano, fratello di un suo ex alleato politico, un appuntamen­to per «Gerardo Bigotta. La faccia non è raccomanda­bile, ma te lo garantisco io». L’appuntamen­to viene fissato per la mattina dopo a casa del magistrato, a Roccapiemo­nte (Salerno). Di quale argomento dovessero discutere i due non è dato sapere. Ma se l’intuizione degli inquirenti fosse giusta e la «g» fosse finita per errore dove doveva essere un «l», l’incontro si è svolto tra il giudice accusato di avere pilotato numerose sentenze e l’amministra­tore dell’«Aias Avellino onlus», un centro di riabilitaz­ione che come «Noi con loro», la onlus di Anna Maria Scarinzi che si occupa di assistenza ai disabili, è al centro di un’inchiesta giudiziari­a. Nelle scorse settimane la Guardia di Finanza, su disposizio­ne del procurator­e di Avellino, Rosario Cantelmo, e del suo aggiunto, Vincenzo D’Onofrio, ha perquisito gli uffici di Bilotta e della signora De Mita, coindagati per abuso d’ufficio. Il presunto illecito riguarda un finanziame­nto regionale di 6.848.000 euro ottenuto da Aias, onlus che risultereb­be non accreditat­a e quindi non potrebbe accedere ai fondi. Nel corso di un lungo interrogat­orio, Bilotta e Scarinzi hanno respinto ogni accusa. La telefonata tra De Mita e Pagano è ovviamente all’attenzione anche dei magistrati napoletani che indagano sulle presunte irregolari­tà nella gestione dei processi, l’aggiunto Alfonso D’Avino e i sostituti Celeste Carrano e Ida Frongillo.

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L’indagine Il tribunale di Avellino, sede della Procura della Repubblica che ha chiesto gli atti dell’inchiesta a Napoli

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