Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Woodcock sarà «giudicato»
Caso Consip, la data è il 19 febbraio. Contestato un presunto interrogatorio, ma Colangelo lo difende
Èstata fissata la data del processo disciplinare a carico dei pm napoletani che avviarono l’inchiesta Consip, Henry John Woodcock e Celeste Carrano: il prossimo 19 febbraio.
È stata fissata la data del processo disciplinare a carico dei pm napoletani che avviarono l’inchiesta Consip, Henry John Woodcock e Celeste Carrano: il prossimo 19 febbraio. Ai due magistrati viene contestato un presunto interrogatorio irregolare: quello dell’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni. Indicato dall’ex amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, come uno degli interlocutori che lo informarono di un’inchiesta in corso, Vannoni — che chiamò in causa l’allora sottosegretario Luca Lotti — venne ascoltato dai pm napoletani come persona informata dei fatti, cioè come testimone, dunque senza l’assistenza di un difensore. Secondo la Procura generale della Cassazione c’erano però già allora gli elementi per iscriverlo nel registro degli indagati, cosa che poi fecero i pm romani. Per questo averlo sentito come testimone avrebbe leso le sue garanzie difensive.
Woodcock deve rispondere anche di un’altra accusa: si riferisce ad un articolo pubblicato il 13 aprile scorso dal quotidiano La Repubblica nel quale si riportavano frasi virgolettate del magistrato relative sempre alla vicenda Consip, che il pm avrebbe pronunciato parlando con alcuni colleghi. Erano giorni di polemiche accese, dopo la notizia che l’allora capitano del Noe Gianpaolo Scafarto (nel frattempo promosso maggiore) era indagato per falso a Roma con l’accusa di avere attribuito ad Alfredo Romeo, l’imprenditore al centro dell’inchiesta, un’affermazione su un incontro con il padre di Matteo Renzi, Tiziano; la frase in realtà era stata pronunciata da Italo Bocchino. Il quotidiano attribuì a Woodcock l’opinione che quel falso doveva essere il frutto di un mero errore, non di un depistaggio. A maggio, dopo una relazione al Csm dell’allora procuratore reggente di Napoli Nunzio Fragliasso, il Pg della Cassazione avviò l’azione disciplinare, accusando il pm di un comportamento «gravemente scorretto»: sia nei confronti di Fragliasso per non aver rispettato il suo invito a mantenere un assoluto riserbo con gli organi di informazione, sia nei confronti dei colleghi della Procura di Roma per aver pubblicamente «contraddetto e svalutato l’impostazione dei magistrati della capitale». Una lancia in favore di Woodcock l’aveva spezzata, lo scorso settembre, l’ex procuratore Giovanni Colangelo: «Sino a quando sono stato procuratore posso dire che non vi sono state violazioni del dovere di riserbo da parte del dott. Woodcock con la stampa». «Se le accuse verranno confermate, e umanamente e professionalmente mi auguro davvero di no, si avrebbe la riprova che si tratta di una delle più brutte pagine della storia giudiziaria italiana di tutti i tempi»: così l’avvocato Federico Bagattini, legale di Matteo Renzi.