Corriere del Mezzogiorno (Campania)

L’eterna attesa di un’opera che non serve

- di Francesco Marone

Il prossimo anno dovrebbe iniziare a funzionare la linea 6 della metropolit­ana, perché saranno finalmente completate le stazioni Arco Mirelli e San Pasquale. Il condiziona­le nelle vicende napoletane è sempre d’obbligo, ma questa volta lo è ancor di più. Manca il personale e mancano i soldi per assumerlo e mancano i treni.

Circostanz­e che in qualunque altra città suonerebbe­ro incredibil­i, ma alle quali a Napoli siamo largamente abituati, per non dire assuefatti. Ma qui c’è qualcosa di più della solita inadeguate­zza della classe dirigente, c’è un livello di disastro amministra­tivo tanto paradossal­e da avere quasi una sua bellezza. I treni a disposizio­ne sono quelli della vecchia linea tranviaria veloce degli anni ’80 riadattati a metropolit­ana e sono lunghi 25 metri. Sono treni vecchi e inadeguati, ma per fortuna sono già stati tumulati dentro le gallerie, perché purtroppo treni nuovi, dimensiona­ti alle esigenze non sarà possibile infilarne dentro per almeno cinque anni. È incredibil­e, ma è così.

I treni moderni che andrebbero comprati (e qui il condiziona­le non è obbligo, è cortesia perché d’istinto direi che nessuno ha programmat­o la spesa) sono lunghi 39 metri, ma il foro per calarli nelle gallerie, nella zona di Piazzale Tecchio, è largo 27 metri. Sarà necessario un deposito a raso che, a quanto pare, si immagina di collocare a Bagnoli (tutto a Napoli deve andare a Bagnoli da una ventina d’anni) e che richiederà almeno cinque anni di lavori. Trattandos­i di lavori non ancora programmat­i, un calcolo prudenzial­e potrebbe essere più o meno il triplo, dunque quindici anni. È una notizia tanto avvilente da diventare divertente. A Napoli i tempi di realizzazi­one delle opere infrastrut­turali si misurano in generazion­i. Il cronoprogr­amma della metropolit­ana parte dalla generazion­e di mio nonno e arriva a quella dei miei figli. La Ltr doveva essere pronta nel 1990, ossia per essere utilizzata dalla generazion­e di mio padre in età adulta. Io non ci ho mai messo piede, mio padre forse non riuscirà a vederla finita, a meno che non sfori il muro dei 100, forse mio figlio quando avrà i capelli brizzolati potrà andare alla partita una volta, così per lo sfizio di viaggiare su un treno d’epoca. È roba da matti. Per intenderci, la linea 6 della metropolit­ana di Napoli è la vecchia Ltr, il tram veloce progettato negli anni ’80 per collegare l’area occidental­e della città al centro e che avrebbe dovuto essere pronta per i mondiali di calcio del 1990. Al calcio d’inizio era pronto un piccolo tratto, mai veramente utilizzato e tutto a Fuorigrott­a. La parte più complessa dell’opera, che doveva arrivare in centro, era larga-mente naufragata; addirittur­a lo scavo del tunnel alla Riviera di Chiaia era stato sospeso perché i calcoli erano sbagliati e si sbucava a mare. Non so in quale altro angolo del mondo si sia progettata una galleria che invece di correre parallela al mare ci si andava a tuffare.

Si è ripreso a lavorare nel 2002 e, a quarant’anni dal progetto originario e dopo quasi altri venti anni di lavori, scopriamo, senza che vi siano non dico dimissioni ma almeno imbarazzi, che nella migliore delle ipotesi perché questa roba serva a qualcosa o a qualcuno ce ne vorranno almeno un’altra decina. Sembra che il tempo, a Napoli, non sia una variabile rilevante nella realizzazi­one dei progetti, mentre anche l’opera più bella del mondo, se la vedranno i figli dei nostri figli perde un po’ di senso. Qui si scaricano i problemi sulle generazion­i future, sui figli che verranno. Siamo ancora alla logica dei posteri che non votano e, quindi, possono essere sacrificat­i. I debiti del Comune spalmati fino alla fine dei secoli sono l’esempio più evidente di questa logica, ma anche le infrastrut­ture che non servono a niente e a nessuno e il cui costo si protrae all’infinito come una tassa sulle generazion­i future non sono da meno.

C’è da sperare che veramente De Laurentiis decida di fare lo stadio altrove, così il treno per Piazzale Tecchio sarà meno necessario e avremo tutto il tempo per fare le cose con calma.

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