Corriere del Mezzogiorno (Campania)
«Gli ho chiesto i tempi per tornare a far sesso E lui ha perso il controllo»
«Quel medico dovrebbe essere
NAPOLI costretto a seguire un corso di formazione presso l’Arcigay. Anche se, considerato il suo comportamento, non credo che cambierà atteggiamento. In questo caso, dovrebbe essere allontanato dal suo posto». Non fa sconti Francesco (nome di fantasia), 37 anni, un lavoro saltuario che gli consente di vivere, attivista dell’Arcigay di Napoli. «È vero - confida - di carattere sono incazzoso, ma certe azioni e certe parole non ammettono giustificazioni. Come avrebbe reagito un ragazzino, una persona meno strutturata di me? Sarebbe rimasto traumatizzato».
Era la prima volta che incontrava il chirurgo?
«No, mi aveva operato il 12 settembre per un ascesso, ho rischiato di morire. Devo ammettere che è stato molto bravo, mi ha preso letteralmente per i capelli. Poi mi ha operato una seconda volta il 7 dicembre per una fistola perianale che non è una malattia sessualmente trasmissibile, ma può essere causata dalla prolungata permanenza in auto, non a caso viene considerata la malattia degli autisti. Lunedì scorso ero andato in ambulatorio per un controllo. Quando mi ha visto è stato anche simpatico. Ma nel corso della visita ha mostrato la sua faccia peggiore, che credo sia quella vera».
Cioè cosa è successo?
«Mi ha tolto un punto. Gli ho fatto vedere un lipoma sempre nella zona della natica: mi ha detto che andava tolto. Fino ad allora è sembrato professionale. Poi , quando gli ho manifestato apprensione per la funzionalità dei testicoli ha detto che era inutile preoccuparsi tanto non mi servivano. Sono modi da medico? Gli ho ricordato che sono uomo anch’io».
E poi?
«Ho chiesto ragguagli sul tempo necessario per riprendere i rapporti sessuali. Mi ha parlato sbrigativamente di 15, 20 giorni. Poi, alzando la voce, ha detto di non avere esperienza di certe patologie, alludendo evidentemente alle mie scelte personali, ha appallottolato l’impegnativa per l’intervento, rendendola inservibile. Sono rimasto allibito. Ho avuto la forza di dirgli che il pregiudizio nei miei confronti era determinato dalla sua religiosità. È andato via sbattendo la porta».
Perché ha deciso di portare fuori questa vicenda?
«Perché tutti trovino il coraggio di denunciare, anche a costo di svelare la propria identità ai genitori».
Lei ha avuto problemi in famiglia?
«No, mia mamma, che ormai va per gli ottanta, è sempre stata una donna meravigliosa».
Ha alluso alle mie scelte personali, poi ha appallottolato l’impegnativa per l’intervento Sono rimasto davvero allibito