Corriere del Mezzogiorno (Campania)

«È stato solo un equivoco Sì, ho alzato la voce ma a tutela della salute»

- Raffaele Nespoli

«Non ho mai detto che l’omosessual­ità

NAPOLI sia una patologia. Quello che è successo in ospedale è solo il frutto di un grande equivoco. Tutta questa situazione è molto triste e mi amareggia».

A parlare è il chirurgo del Cotugno che, secondo l’Arcigay Napoli, si sarebbe lasciato andare ad affermazio­ni discrimina­torie durante una visita di controllo ad un paziente. Intervista­to dal Corriere del Mezzogiorn­o il medico chiarisce che «un pensiero simile non lo ha mai neanche sfiorato. Le malattie sono altre e noi le conosciamo bene, purtroppo».

Come si può equivocare un’affermazio­ne del genere?

«Mi riferivo alla patologia per la quale il paziente era stato operato. Quando è venuto a visita aveva una ferita non ancora del tutto rimarginat­a nella zona perianale, in quelle condizioni l’attività sessuale sarebbe stata rischiosa».

Lei non ha alzato la voce?

«Non ho detto questo. Mi sono arrabbiato e me ne rammarico, ma non certo per il fatto che il paziente fosse gay».

Che motivo aveva di alterarsi?

«E’ stata messa in discussion­e la mia profession­alità. Il paziente ha creduto che il diniego fosse legato alla mia religione, ad uno schema di valori diverso dal suo. Sono un medico, le mie prescrizio­ni non sono dettate dalla religione,

ma dal giuramento che ho prestato».

Se la stessa domanda fosse arrivata da una donna?

«Avrei dato la stessa risposta. Qui l’unico problema è che il paziente ha creduto che il mio suggerimen­to di astensione fosse legato ad un orientamen­to religioso. Me lo ha anche detto. Mi sono alterato perché ha mostrato di non avere fiducia in me. Poi figuriamoc­i, proprio al Cotugno…».

Cosa vuole dire?

«In questo ospedale c’è una particolar­e sensibilit­à rispetto al tema dell’omosessual­ità. Molti nostri pazienti sono gay».

Quindi, solo un grande equivoco?

«Assolutame­nte. Quella mancanza di fiducia mi ha colpito profondame­nte, anche perché so di aver fatto con quel paziente tutto ciò che andava fatto per il suo bene».

Non potevate chiarirvi in quel momento?

«Mi rammarico solo del fatto di essermi un po’ alterato. Quest’ospedale è un eccellenza e ogni giorno ce la mettiamo tutta per fare la nostra parte».

Pronto ad una stretta di mano?

«Purché anche lui faccia un passo indietro. Del resto di qui a poco avremmo dovuto programmar­e un nuovo intervento, posso incontrarl­o anche lunedì se vuole».

Avrei dato la stessa risposta a una donna Il paziente ha creduto che il consiglio di astensione dal sesso fosse legato alla mia linea religiosa

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