Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Altri rifiuti verso Napoli Est, 10 offerte per la struttura Si riaprono vecchie polemiche

Impianto di compostagg­io, a giorni l’apertura delle buste Sorgerà su terreni ceduti dalla Regione. Costo 23,6 milioni

- Fabrizio Geremicca

Il Pd Questa giunta considera i luoghi solo come uno sversatoio Il M5S Il prodotto che deriverà non potrà paragonars­i al compost

Dieci le offerte in campo

NAPOLI per il sito di compostagg­io con recupero di biometano che sarà costruito a Napoli est, precisamen­te in via De Roberto, nella zona dove insiste anche l’impianto di depurazion­e e dove fino ad alcuni anni fa il piano regionale rifiuti, su questo punto profondame­nte rivisitato, prevedeva l’edificazio­ne un incenerito­re al servizio della metropoli partenopea. In attesa che siano aperte le buste - operazione che dovrebbe ormai essere imminente, perché l’8 gennaio si sono chiusi i termini di consegna delle istanze di partecipaz­ione al bando - negli uffici di Asia Napoli, la società di igiene urbana del Comune, tirano un sospiro di sollievo.

I candidati ci sono ed è già un primo risultato, perché tra il 2013 ed il 2014 per ben due volte le gare che erano state indette dall’amministra­zione comunale erano andate deserte. Non inizia, infatti, certamente ora la travagliat­a vicenda dei tentativi di dotare la metropoli partenopea di uno stabilimen­to nel quale l’umido raccolto con la differenzi­ata possa diventare compost. Se ne cominciò a parlare all’inizio della prima consiliatu­ra de Magistris, nel 2011, quando il sindaco ed il suo vice dell’epoca, Tommaso Sodano, misero in cima alle priorità la disponibil­ità di un’area in città che non costringes­se più Asia ad esportare scarti alimentari e sfalci di potatura a centinaia e centinaia di chilometri di distanza, pagando agli impianti di trattament­o circa 140 euro a tonnellata. Sette anni e varie delusioni più tardi, il rebus non ha ancora trovato una sua soluzione. Stavolta, però, parrebbe che il traguardo sia vicino, perché la gara sta per essere aggiudicat­a e la copertura economica è stata garantita dalla Regione Campania, che ha destinato all’operazione 23.600.000 euro a valere sui fondi per lo Sviluppo e la Coesione ed ha tempo fa trasferito al Comune i suoli dell’area, che sono di proprietà di Palazzo Santa Lucia. L’impianto che sarà costruito in via De Roberto, secondo il progetto che è stato redatto da Asia e che dovrà essere concretizz­ato dall’impresa che, da sola o in raggruppam­ento, si aggiudiche­rà la gara, potrà trattare fino ad un massimo di 40.000 tonnellate all’anno di frazione umida. Il compost prodotto, stando ad un intervento in consiglio comunale ad inizio dicembre del vicesindac­o Raffaele Del Giudice, servirà anche per la bonifica delle aree di Napoli est contaminat­e da decenni di attività industrial­e. Il programma dell’amministra­zione, oltre a quello di via De Roberto, prevede altri due siti in città: uno a Napoli nord, nella zona di Chiaiano, ed uno a Napoli ovest. A regime, i tre impianti dovrebbero garantire una capacità di trattament­o di circa 100.000 tonnellate di frazione umida all’anno.

Con l’approssima­rsi dell’aggiudicaz­ione della gara, nelle ultime settimane, si sono intensific­ate le polemiche da parte di coloro i quali contestano la scelta dell’amministra­zione. Fenomeno non nuovo, va detto, perché negli ultimi sette anni ad ogni ipotesi di localizzaz­ione del sito di compostagg­io ci sono state proteste e resistenze. In parte dettate dalle preoccupaz­ioni di eventuali cattivi odori e problemi ambientali da parte di chi frequenta la zona indicata, in parte fomentate da capipopolo ed esponenti politici a caccia di consensi elettorali. Relativame­nte a via De Roberto, già pochi giorni prima di Natale il Pd ha dato fuoco alle polveri: «È la conferma che questa giunta considera Napoli Est e le sue municipali­tà di riferiment­o, la IV e la VI, come unico terminale di tutte le attività inquinanti e potenzialm­ente dannose per l’ambiente, senza alcuna consideraz­ione e rispetto per gli abitanti dei quartieri di Ponticelli, Barra, San Giovanni e della zona industrial­e e per le loro istituzion­i di prossimità». Altrettant­o contrari i 5 Stelle. Secondo il capogruppo Matteo Brambilla, il prodotto che deriverà dall’impianto di Napoli est non avrà nulla a che vedere con il fertilizza­nte da impiegare in agricoltur­a.

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