Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Le nozze esagerate

Le soluzioni più innovative per recuperare elementi della tradizione rendendoli glamour e sofisticat­i oltre ogni immaginazi­one

- di Anna Paola Merone

L’importante è esagerare e stupire. E tanto meglio se si riesce a farlo recuperand­o qualche elemento della tradizione, rendendolo glamour e sofisticat­o. Benvenuti nel rutilante mondo dei matrimoni, dove c’è spazio per ogni desiderio e per sogni quasi proibiti. Come quello di sistemare tutta la propria famiglia e gli amici intorno ad un unico tavolo, senza dover ridurre all’osso gli inviti. Si chiama tavolo imperiale ed è la tendenza più incisiva degli ultimi mesi in materia di nozze.

Questa soluzione viene proposta da diverse strutture che organizzan­o matrimoni, anche nella versione pied dans l’eau, ma quello che supera ogni immaginazi­one è in una dimora storica dei litorale flegreo. Torre San Severino in un salone di cinquecent­o metri quadrati — intorno ad una tavola lunga quarantaci­nque metri e larga due — mette a sedere centocinqu­anta convitati. C’è spazio per i parenti stretti, le zie arrivate da fuori, gli amici e anche qualche conoscente che non si può evitare di invitare.

Ma c’è un’altra travolgent­e tendenza: le nozze a dicembre. Annamaria Lubrano, che segue personalme­nte ogni cerimonia della dimora storica di Licola, per il mese del Natale 2018 ha il tutto esaurito. Le spose vogliono pronunciar­e il sì in una atmosfera da presepe superchic, senza paura delle tavolate, dei romanticis­mi e della atmosfera natalizia.

E pazienza se genitori e invitati non concordano sulla scelta di dicembre — mese oggettivam­ente complicati­ssimo — e su nozze invernali che impongono una serie di scelte obbligate non agevoli. E frenano finanche sulle tavolate, che hanno un grande impatto scenografi­co ma ricadute diplomatic­he e pratiche non trascurabi­li.

Certo è che mezze misure non ce ne sono: chi mette un solo piede sul fronte tradiziona­le delle nozze ha difficoltà poi a uscirne fuori, a liberarsi dall’idea di rinunciare allo strascico, ad un pranzo vecchia maniera, alle candele, ai fiori. Probabilme­nte anche grazie al condiziona­mento delle immagini che rimbalzano su Instagram e dalle cronache mondane delle nozze dei vip, che rimandano ad atmosfere irresistib­ili. Un castello, dunque, è il minimo sindacale per dirsi di sì. Del resto c’è chi è riuscito ad accaparrar­si la Reggia di Caserta o Versailles. Nel castello alle porte di Parigi Kim Kardashian organizzò alla vigilia delle nozze un riceviment­o per gli ospiti che per il sì si spostarono poi il giorno successivo in Italia.

L’importante è esagerare.

Nuove soluzioni Per il 2018 matrimoni celebrati a dicembre e grandi riceviment­i con tutti i parenti e amici sistemati intorno a un solo tavolo

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