Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Non solo Reggia I beni culturali in cui dire il «sì»

La polemica sull’uso, da alcuni ritenuto improprio, di alcuni locali dello storico monumento casertano riapre il dibattito su strutture pubbliche e matrimoni Ecco dove «si può» a Padula, Amalfi e Paestum

- Pietro Falco

Un matrimonio da favola celebrato all’interno della Reggia, una foto sconvenien­te che è stata letta come simbolo di tronfia arroganza e “oltraggio” al monumento - l’istantanea di un fioraio a cavalcioni su un leone di marmo, intento a sistemare una lunga teoria di fiori bianchi sulla balaustra dello scalone - e una coda di veleni e polemiche che, nella perfida ironia dei social, hanno consegnato al direttore del complesso monumental­e, Mauro Felicori, l’epiteto di “boss delle cerimonie”: esplicita allusione ad Antonio Polese e al reality ambientato al ristorante “La Sonrisa” di Sant’Antonio Abate.

Felicori ha difeso la scelta di concedere la Sala Romanelli, attigua alla Cappella Palatina, ed altre non incluse nel percorso delle visite, per la cerimonia delle nozze di Angela Ammaturo, giovane amministra­trice delegata del marchio Frankie Morello e figlia del patron del gruppo petrolifer­o Ludoil e l’avvocato italo-brasiliano Francesco Rossi, invitando a «guardare a quello che avviene altrove». Abbiamo provato a farlo.

«Anche noi abbiamo fatto un esperiment­o in tal senso, lo scorso anno – racconta la direttrice della Certosa di Padula, Emilia Alfinito – ma non lo ripeteremo. È stato un matrimonio sobrio ed elegante, per nulla sfarzoso, organizzat­o in spazi che non sono coinvolti nel giro delle visite, ma comunque l’impatto è risultato troppo invadente per il bene. Magari, potremmo riprovarci solo quando verranno completati i lavori di restauro di un’ala che si trova all’esterno della struttura». Sempre alla Certosa di San Lorenzo, comunque, il Comune di Padula mette a disposizio­ne da anni le Spezierie per le promesse di matrimonio.

All’interno del sito archeologi­co di Paestum, invece, nessuna cerimonia: ma è possibile scattare le foto agli sposi. «Abbiamo approvato un regolament­o dedicato ai fotografi profession­isti – spiega il direttore Gabriel Zuchtriege­l – e non riguarda solo le nozze, ma tutti gli eventi in genere. È necessaria ovviamente la prenotazio­ne e il pagamento di un canone». Ad Amalfi, dove

già da anni è prevista la possibilit­à di celebrare i matrimoni civili negli Antichi Arsenali, il Comune ha deciso di ampliare l’offerta di location d’eccezione. Grazie a un accordo con la gestione del Grand Hotel Convento, è stato reso possibile lo svolgiment­o dei riti civili presso tre zone dell’ex convento dei frati cappuccini minori: la terrazza del Belvedere, quella del campanile e all’interno del chiostro di San Pietro della Canonica risalente al 1200. I costi - da un minimo di 1150 euro a un massimo di 1650 - comprendon­o l’allestimen­to degli spazi per un massimo di 60 invitati.

A Salerno, oltre che a Villa Carrara e in Villa Comunale, è possibile sposarsi al Castello di Arechi: alcune sale e il cortile sono stati infatti adibiti per accogliere nozze ed eventi entro un massimo di 150 invitati. Tra i castelli di proprietà privata che organizzan­o cerimonie, il Castello Lancellott­i, nel Vallo di Lauro, il Castello Marchesale di Auletta e il Castello Macchiarol­i della città museo di Teggiano.

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La foto choc L’addobbator­e a cavalcioni sul cavallo di marmo nella Reggia di Caserta ha riaperto il dibattito sull’opportunit­à di usare i beni culturali per le nozze
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In posa Nell’area archeologi­ca di Paestum gli sposi possono solo farsi fotografar­e

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