Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Anm, ancora caos Abbandonano due commissari
Il deficit La società ha un debito di 160 milioni Centoventi giorni per redigere il piano di rientro
Dei tre commissari nominati dal Tribunale fallimentare per l’amministrazione straordinaria di Anm ne è rimasto tecnicamente uno solo. Nel corso del concordato preventivo ai tre tocca il compito di affiancare l’amministratore unico Ciro Maglione, al quale è stata confermata la gestione del fronte ordinario dell’azienda.
La scelta dei giudici era ricaduta su Giacomo D’Attorre, Massimo Di Pietro e Maria Caputo, presidente dei giovani commercialisti di Napoli. Dei tre solo il commercialista Di Pietro ha accettato ed è stabilmente nel ruolo. Maria Caputo ha una condizione di incompatibilità, dal momento che suo fratello sarebbe candidato alle prossime elezioni.
Ha rinunciato, per motivi personali, anche D’Attorre. Precedenti impegni assunti non gli consentivano di portare avanti l’incarico per Anm. Al suo posto è stato individuato un sostituto, Francesco Sciaudone, dello studio legale Grimaldi. Sciaudone, che formalmente non ha ancora accettato e che scioglierà la riserva nei prossimi giorni, affiancherà Massimo Di Pietro. I commissari a questo punto saranno in due, dopo che i giudici hanno revocato la nomina a Maria Caputo.
Il giurista Sciaudone, se dovesse accettare, il commercialista Di Pietro e un eventuale sostituto della Caputo — supervisionati dal giudice delegato Stanislao De Matteis — lavoreranno con Ciro Maglione. Al pool ad inizio gennaio erano stati concessi centoventi giorni per redigere il piano di rientro e il registro dei debiti-crediti da sottoporre ai creditori, primi tra tutti i dipendenti. L’Anm ha un debito di 160 milioni di euro, i prepensionamenti sono stati circoscritti a 29 unità e sono coinvolte nella procedura di licenziamento collettivo 69 persone che dovrebbero essere trasferite in un’altra partecipata e 85 quelle ridistribuite in attività produttive.