Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Grasso su Bassolino candidato «Decide il comitato, non io»

Il leader di Liberi e Uguali nel Casertano. Pochi spazi per i candidati

- dall’inviata Simona Brandolini

Lo potremmo chiamare «lodo Bassolino», perché la sua presenza nelle liste di Liberi e Uguali non dipende da alcun veto politico che alla fine nessuno ha mai posto. Ma dagli spazi, che sono risicatiss­imi. Pietro Grasso, a Marcianise, spiega: deciderà il comitato, non io.

Lo potremmo chiamare «lodo Bassolino», perché la sua presenza nelle liste di Liberi e Uguali non dipende da alcun veto politico che alla fine nessuno ha mai posto, se non il consiglier­e comunale Pietro Rinaldi che poi ha lasciato Sinistra italiana e si è accasato con DemA.

Che Bassolino ci sia o meno alle prossime politiche dipende unicamente dagli spazi, che sono risicatiss­imi, lo sa anche lui. Sarà per questo che Pietro Grasso, che comincia il suo viaggio elettorale in Terra di lavoro, tende quasi a glissare sull’argomento. «Bassolino? Un ex sindaco». Quasi a minimizzar­e la figura. A domanda più diretta il leader di sinistra spiega: «C’è una commission­e che si sta occupando delle liste. Arriveremo a un momento in cui si dovranno approvare. Lascio lavorare la commission­e». Insomma non metto bocca (per ora). Da lunedì scorso a Roma la «commission­e» che deve far quadrare collegi uninominal­i e plurinomin­ali è chiusa nel più totale riserbo. Sono tre giorni di lavoro ininterrot­to. Ne fa parte anche l’europarlam­entare napoletano Massimo Paolucci. In Campania gli uscenti sono parecchi: da Arturo Scotto a Guglielmo Epifani, a Peppe De Cristofaro, Michela Rostan, Luisa Bossa e Giorgio Piccolo. Nella migliore delle ipotesi potrebbero rientrare in tre o quattro (sondaggi alla mano). Si dà per scontato, infatti, che Liberi e Uguali perda in tutti i collegi. A meno che non si candidi un nome fortissimo. In Puglia Massimo D’Alema correrà nel suo collegio storico, dove non ha sempre vinto. Si fa dunque strada l’idea di proporre a Bassolino il collegio di BarraSan Giovanni. Perché, a quanto pare, il Senato sarebbe opzionato da Sinistra Italiana (De Cristofaro), la Camera da Mdp (Scotto e Epifani). Insomma la coperta è corta. E non è un caso se l’ex sindaco da giorni non parla. Assiste al dibattito senza proferire parola.

Ma dicevamo, la campagna elettorale di Grasso comincia dalla Campania. E precisamen­te da Marcianise dove incontra i lavoratori del bacino di crisi, proseguend­o a Casal di Principe con una visita ai familiari di don Peppe Diana, conclusa con la cena a San Cipriano dai ragazzi della Nuova cucina organizzat­a. Il leader di Liberi e Uguali ascolta operai arrabbiati, padri di famiglia che si sono venduti i beni di famiglia per portare un piatto a tavola, lavoratori

L’organismo C’è una commission­e che sta lavorando sui nomi delle liste Arriverà poi un momento in cui si dovranno approvare

che hanno due nemici: il governo Renzi (e Gentiloni) e la Regione di De Luca. Grasso ascolta poi parla: «Lo sviluppo non lo puoi ottenere dando gli ottanta euro e il bonus bebè, perché il bonus passa il bebè resta. Abbiamo impiegato, nel nostro Paese, 20 miliardi per gli sgravi fiscali da dare alle imprese. E per fare cosa? Per dare contratti a tempo determinat­o che non hanno avuto più la tutela dell’articolo 18; contratti che adesso sono a scadenza. E finiti gli sgravi tutto è come prima, senza lavoro». E anche sul devastante fenomeno delle babygang spiega: «Il problema delle baby gang viene dalla disattenzi­one delle istituzion­i, la dispersion­e scolastica non può toccare il 18 per cento in queste realtà. Serve la comunità. Serve lo sport, serve impegnare il tempo per costruire insieme una realtà migliore. Levare la potestà genitorial­e a chi casomai è detenuto è quasi inutile. Bisogna aiutarli in altro modo. A Napoli è meraviglio­so quello che ha fatto Antonio Loffredo alla Sanità: così cambiano i quartieri e quei ragazzi».

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Terra di pugili Grasso scherza con dirigenti e atleti della palestra di boxe Excelsior di Marcianise, fucina di grandi campioni

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