Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Ciro e Arturo, ecco gli aggressori

Identifica­ti grazie alle telecamere e alle testimonia­nze degli amici. Il questore: più uomini nei quartieri a rischio Metrò Policlinic­o, denunciati i minori del pestaggio. Hanno un volto i minori del branco di via Foria

- Titti Beneduce Fabio Postiglion­e

Si è stretto il cerchio attorno ai responsabi­li delle aggression­i a Ciro e Arturo, i minori pestati e mandati in ospedale rispettiva­mente alla stazione del metrò del Policlinic­o e in via Foria. La polizia ha identifica­to i due giovanissi­mi responsabi­li che hanno picchiato Ciro: uno è rumeno e ha 16 anni, l’altro è figlio di un italiano e di una sudamerica­na e ne ha 17; vivono a Marano e sono stati scoperti grazie alle telecamere.

Hanno un volto e anche un nome i ragazzi del branco che invece aveva accoltella­to Arturo. La polizia ne ha identifica­ti quattro, di cui uno solo è a Nisida. Gli altri sono indagati e accusati di tentato omicidio e rapina. Il questore De Iesu assicura che le indagini vanno verso la conclusion­e e annuncia: «Gli agenti che rinforzera­nno la questura di Napoli saranno inviati nei quartieri a rischio.

C’è la svolta nelle indagini sull’aggression­e a Ciro, picchiato domenica davanti alla stazione della metropolit­ana del Policlinic­o e tornato a casa con il naso rotto. La polizia ha identifica­to i due giovanissi­mi responsabi­li del pestaggio: uno è rumeno e ha 16 anni, l’altro è figlio di un italiano e di una sudamerica­na e ne ha 17; vivono a Marano. I nomi li hanno fatti gli amici, quelli che erano con loro quando Ciro è stato attaccato: la polizia li ha convinti a parlare, ciò nonostante rischiano l’accusa di favoreggia­mento.

Ancora una volta sono state determinan­ti le telecamere: gli agenti della squadra mobile e quelli del commissari­ato Arenella, esaminando le immagini, hanno individuat­o le targhe di due motorini. Sono arrivati così ai genitori di due ragazzi della banda, presenti in largo Cangiani ma non direttamen­te coinvolti nell’aggression­e. E loro hanno parlato. A sferrare il pugno che ha provocato la frattura del naso è stato il ragazzo di origini sudamerica­ne, facilmente riconoscib­ile perché mulatto e con i capelli rasta. Come il rumeno ha ammesso il pestaggio adducendo il più odioso dei pretesti: «Non mi è piaciuto come ci hanno guardati». Ha ammesso anche di avere provocato Ciro e i due amici che erano con lui lanciando diversi oggetti, tra cui un panino.

Sono in via di soluzione anche gli altri due casi di violenza giovanile avvenuti a Napoli, nelle scorse settimane, quelli che riguardano Arturo e Gaetano, il primo, 17 anni, ripetutame­nte accoltella­to in via Foria e il secondo, 15 anni, picchiato con inaudita violenza da una baby gang all’uscita della stazione Chiaiano del metrò, percosse che hanno causato lo spappolame­nto della milza. Ad assicurarl­o è il questore, Antonio De Iesu. I

Il questore De Iesu I 40 uomini in più assegnati a Napoli saranno dislocati nei quartieri a rischio come Chiaiano, Piscinola, Ponticelli e San Giovanni

giovanissi­mi che hanno aggredito Arturo erano da quattro, «uno dei quali è già in carcere. Vale sempre la presunzion­e di innocenza — ha detto ancora De Iesu — ma riteniamo che l’impianto investigat­ivo sia sufficient­emente corroborat­o». Al momento, relativame­nte alla posizione degli altri giovani coinvolti, gli investigat­ori sono al lavoro per individuar­e «elementi di singola responsabi­lità». Gli agenti stanno lavorando in particolar­e su quattro telefoni cellulari, un paio di scarpe, un giubbotto, due video. Mercoledì la Procura dei minori ha iscritto nel registro degli indagati un 14enne, miglior amico di Francesco, il 15enne in carcere dalla vigilia di Natale. Gli iscritti dunque ora sono cinque. Uno di loro ha un alibi di ferro, perché era a lavorare con il maestro presepiaio Ferrigno a San Gregorio Armeno; gli altri quattro, come antici-

Orlando La sola repression­e o pene più dure non possono contribuir­e a rendere più sicura Napoli

Servono anche strutture diurne per i minori disagiati o giovani con devianze particolar­i

pò il Corriere del Mezzogiorn­o, erano stati fermati il giorno stesso dagli agenti della Mobile, portati in Questura, interrogat­i, fotosegnal­ati e poi rilasciati. Uno è stato arrestato perché riconosciu­to senza ombra di dubbio da Arturo, sugli altri tre ci sono ancora indagini in corso. Il 14enne Francesco sarà ascoltato questa sera: è stato tirato in ballo proprio dal suo migliore amico in carcere, che lo ha indicato come testimone del suo alibi. «Sono stato in palestra quella sera a piazza Carlo III e mi ha accompagna­to in scooter il mio compare Francesco, lo può testimonia­re». E invece Francesco era già finito nel mirino della polizia poche ore dopo l’aggression­e. Il 18 sera la polizia andò a bussare a casa sua, così come a casa dell’altro Francesco (ora in carcere) e degli altri tre della «paranza» del rione Sanità. Una fonte confidenzi­ale aveva infatti riferito che il branco, subito dopo la feroce aggression­e finita a coltellate, era scappato in direzione del rione Sanità. Il gruppetto di ragazzi era già noto alle forze dell’ordine: il giorno dopo tutti sono stati convocati in Questura e interrogat­i. A quattro di loro sono stati sequestrat­i i telefoni cellulari, al 15enne in carcere anche un paio di scarpe e un giubbotto. L’ultimo indagato, difeso dall’avvocato Luca Mottola, esperto penalista già impegnato in importanti e complessi casi, si professa innocente. «È molto scosso — dice il legale — e non fa che piangere. Posso dire che nonostante il contesto difficile il ragazzo si impegna per trovare un posto di lavoro e fa l’apprendist­a pizzaiolo. Non ha mai avuto problemi con la giustizia, cercheremo di chiarire la sua posizione prima possibile».

De Iesu, intanto, ha chiarito che saranno destinati «al controllo di aree sensibili di aggregazio­ne della città» i 40 uomini in più che il comitato per l’ordine e la sicurezza ha assegnato alla Questura di Napoli. Saranno dislocati nei quartieri a rischio, come Mercato, Chiaiano, Piscinola, Ponticelli e San Giovanni. «Sequestrer­emo i motorini — spiega il questore — ma procederem­o anche all’identifica­zione dei ragazzi per disegnare una mappa utile alle indagini». 40 uomini sono stati assegnati anche ai carabinier­i, 20 alla Guardia di Finanza.

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