Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Apre la galleria Thomas Dane A Napoli arriva il gotha dell’arte

Il gallerista inglese inaugura i suoi spazi di via Crispi Per la serata centotrent­a ospiti da tutto il mondo «Ho scelto questa città, amo la sua imperfezio­ne C’è una grande storia ma anche il contempora­neo»

- di Mirella Armiero

Il cavallo è steso su di un prato dal verde acceso, i fili d’erba ondeggiano al vento. L’occhio dell’animale è aperto, ma fisso. Si tratta di un cavallo da corsa abbattuto durante una gara e ormai prossimo alla fine. È l’oggetto del film «Running Thunder» di Steve McQueen, artista di punta della galleria londinese di Thomas Dane, che dal 24 di questo mese inaugura la sua sede napoletana.

Il film è una delle opere che saranno esposte nell’appartamen­to di Villa Ruffo in via Crispi, già sede del Consolato di Germania, ora aperto in anteprima per il «Corriere del Mezzogiorn­o». E come gli altri cinque lavori (uno per stanza), quello di McQueen ha qualche sia pur indiretto legame con Napoli, la città di cui il gallerista londinese si è letteralme­nte innamorato un anno e mezzo fa. «In questo caso mi sembra che il filo rosso», spiega Dane alle prese con gli ultimi ritocchi dell’allestimen­to, «sia in quell’incerto confine tra vita e morte, quella sorta di spazio liminale che anche in questa città ha ampia rappresent­azione».

Ma in mostra non ci sono solo rimandi alle «zone oscure» di Napoli e della sua cultura: Catherine Opie, ad esempio, espone un gruppo di ritratti coloratiss­imi che indagano su genere e identità. «Anche qui da voi», osserva Dane, «la gente ha forte personalit­à». Poi ci sono i vulcani di Caragh Thuring; l’ultima opera di Bruce Conner, «Easter mornig», film che è un’evoluzione del suo stesso Super 8 «Easter Morning Raga», creato nel 1966. Infine, l’omaggio più esplicito è di Kelley Walker, che «fa a pezzi» il manifesto della a mostra di Andy Warhol e Joseph Beuys nella galleria di Lucio Amelio nel 1980, rielaboran­do digitalmen­te l’immagine dei due artisti a fianco dei leoni di piazza dei Martiri.

Il legame con la città sarà ribadito a ogni esposizion­e? «No», risponde Dane. «È solo per questa prima mostra». Promette però che si darà da fare per conoscere gli artisti napoletani: «Starò qui almeno due mesi all’anno, voglio girare e conoscere bene la città». La sua galleria si annuncia come un ponte assai vivace verso l’Europa, perché a via Crispi verranno ospitati artisti internazio­nali per residenze di due settimane. «Non dovranno necessaria­mente produrre opere, ma si godranno la città e la sua atmosfera. Per questo ho scelto un palazzo storico e non un loft o uno spazio industrial­e. Le persone creative si innamorano di questo luogo». Per Thomas Dane Napoli è rilassante. Una città ricca di storia e cultura e non ancora «oppressa dal turismo». Ma come? Non ha visto il centro storico? «Sì, ma non siamo ancora ai livelli di Venezia».

Non sarà che un gallerista inglese così famoso viene ad osservare Napoli con l’occhio dell’antropolog­o? Alla ricerca di una qualche diversità o di una resistenza alla modernità? «Napoli ha qualcosa di esotico, ma non credo che sia solo fatta di tradizione. Rispetto a città come Londra e New York, totalmente schiacciat­e sul contempora­neo, Napoli tiene gli occhi aperti sulla sua storia recente, quella degli anni Sessanta Settanta, sia sul suo splendido passato». C’è Pompei e c’è il Madre, insomma, museo che peraltro Dane ama moltissimo («Viliani sta facendo un ottimo lavoro»).

E sul piano economico? Che ritorno può avere un gallerista affermato qui dove non c’è un mercato all’altezza? «Il mercato ormai è globale. Si espone qui e si vende a Londra o a Parigi. Il collezioni­sta viene a Napoli e guarda con calma, fa un’esperienza culturale, non deve sottostare alla frenesia che c’è altrove e poi magari compra».

Via Crispi dunque si avvia a diventare un crocevia di nomi internazio­nali del sistema dell’arte: tanto per dirne una domani arriverà a Napoli il direttore della Tate, insieme a tantissimi altri ospiti, circa centotrent­a. Perché in attesa dell’inaugurazi­one ufficiale, si terrà una preview riservata domani pomeriggio con festa a Palazzo San Teodoro alla Riviera di Chiaia. E niente paura se gli ospiti blasonati dovranno avere un impatto con la città convulsa dei baretti e del traffico. Per Thomas Dane la bellezza di Napoli è nelle sue imperfezio­ni. Guai a farla diventare troppo patinata. Per il mondo dell’arte va bene così. E non è poco.

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Gallerista Thomas Dane
 ??  ?? A fianco, la veranda di Villa Ruffo in via Crispi, che ospita la galleria Thomas Dane
A fianco, la veranda di Villa Ruffo in via Crispi, che ospita la galleria Thomas Dane
 ??  ?? Qui sopra, uno dei lavori di Caragh Thuring dedicati ai vulcani In alto, un fotogramma del film di Steve McQueen in mostra alla Thomas Dane Gallery
Qui sopra, uno dei lavori di Caragh Thuring dedicati ai vulcani In alto, un fotogramma del film di Steve McQueen in mostra alla Thomas Dane Gallery
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