Corriere del Mezzogiorno (Campania)
Nel bosco di Capodimonte un’area destinata a ristorante
Il complesso si chiamerà Giardino Torre. Bellenger: sarà un luogo magico
Un ristorante, un orto,
NAPOLI un’area riservata ad iniziative ricreative. Attività riferite ad «una nuova capacità di generare cultura» attraverso il patrimonio artistico, storico e ambientale del Real Sito di Capodimonte. È a partire da questa idea che Invitalia — nell’ambito di Mumex, il progetto Poli Museali di eccellenza nel Mezzogiorno — ha elaborato un Piano di sviluppo del Museo e del Real Bosco di Capodimonte.
Realizzato in collaborazione con la Direzione generale di Capodimonte e presentato al Ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo lo scorso novembre, il progetto punta a trasformare il complesso costituito dalla Reggia con le sue collezioni, dal Bosco e dalle Fabbriche in un sistema di offerta culturale integrato, che comprenda arte, storia, architettura, natura, spettacoli ed esecuzioni artistiche, ristoro e svago. In questa ottica il complesso del «Giardino Torre» sarà dato in concessione per 20 anni al vincitore di un bando pubblicato da Invitalia.
Il direttore di Capodimonte, Sylvain Bellenger definisce il Giardino Torre «un luogo magico dal potenziale enorme come tutto il bosco, che non è solo il più grande parco pubblico della terza città italiana, aperto gratuitamente tutto l’anno, ma anche un importante giardino storico. La riforma Franceschini — ricorda — ha unito sotto un’unica direzione la gestione del museo e del bosco, operando una vera rivoluzione in tal senso e creando un’opportunità unica in Europa. Questo bando è solo il primo step del masterplan, frutto di due anni di lavoro tra il Museo e Invitalia che trasformerà il Bosco di Capodimonte in un grande campus culturale».
Nato come riserva di caccia, il Real Bosco di Capodimonte si estende a ridosso della Reggia per circa 134 ettari: una distesa con più di 400 diverse specie vegetali e 16 edifici storici funzionali alle attività venatorie, attraversata da 34 chilometri di viali e da 10 ettari di praterie restaurate. All’interno del Bosco è presente l’unica testimonianza dei giardini produttivi presenti nel Settecento: un’area composta da zone con differenti destinazioni d’uso e una piccola masseria, conosciuta come Casamento della Torre. Proprio questa parte del Bosco, con il «Giardino della Fruttiera», è al centro dei primi interventi di recupero del Parco. Il bando prevede la concessione del «Compendio Giardino Torre» per «favorirne la valorizzazione attraverso attività connesse alla ristorazione, all’utilizzo del frutteto e dell’orto storico, alla commercializzazione di prodotti selezionati, ad attività didatticoricreative, con particolare riferimento alle attività di educazione alimentare, agronomica, botanica e culinaria, il tutto nel rispetto della natura dei manufatti storici».
A breve anche al Mann sarà realizzato un progetto di offerta culturale integrata. Nel «braccio nuovo» ci sarà un ristorante che resterà aperto di sera e, attraverso una intesa con il Comune, al museo sarà accorpata la galleria Principe dove saranno realizzati spazi espositivi e informativi.
Il direttore «Questo bando è solo il primo step del masterplan frutto del lavoro di due anni»