Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Indagati Cesaro padre e figlio

Alle Regionali 2015 avrebbero chiesto voti in cambio di assunzioni e favori

- Titti Beneduce

Assunzioni e favori in cambio di voti alle regionali del 2015: è l’ipotesi di reato con cui la Procura di Napoli Nord ha indagato una trentina di persone, tra cui Luigi Cesaro (deputato), suo figlio Armando (consiglier­e regionale) e la collega Flora Beneduce, tutti esponenti di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi è insorto.

A scendere in campo a difesa dei Cesaro non solo gli esponenti locali di Forza Italia, ma anche i dirigenti nazionali come il capogruppo alla Camera Renato Brunetta: «Si tratta di campagna preelettor­ale, si avvicina l’appuntamen­to con il voto e si ripetono fatti ai quali ormai siamo abituati.

NAPOLI Un’assunzione alle Poste in cambio di 30 voti. Appalti, promozioni, trasferime­nti, ma anche somme di denaro e abbonament­i a un centro sportivo: è così, secondo la Procura di Napoli Nord, che Armando Cesaro e Flora Beneduce hanno ottenuto i consensi necessari per essere eletti in Consiglio regionale nella lista di Forza Italia. Ieri la notifica di 29 avvisi di chiusura delle indagini preliminar­i, con un lungo strascico di polemiche. Oltre ai due consiglier­i regionali, tra gli indagati ci sono Luigi Cesaro, deputato ed ex presidente della Provincia di Napoli, e i fratelli Aniello e Raffaele, in carcere dalla scorsa primavera per reati gravi tra cui il concorso esterno in associazio­ne camorristi­ca. Indagati anche il sindaco di Marano Angelo Liccardo, funzionari comunali e medici. L’inchiesta fu avviata dalla Dda di Napoli, che indagava sullo scandalo del Pip (Piano di insediamen­to produttivo) di Marano, proprio la vicenda per cui Aniello e Raffaele Cesaro sono in carcere; successiva­mente i pm Maria Di Mauro e Giuseppe Visone inviarono gli atti relativi al voto di scambio al collega Simone de Roxas, di Napoli Nord, che indaga con il coordiname­nto del procurator­e Francesco Greco.

I fatti ipotizzati, ma tutti da provare, sono gravissimi: dodici episodi di compravend­ita minuziosam­ente elencati nell’avviso, undici dei quali vedono coinvolti Luigi ed Armando Cesaro. Luigi Cesaro, ritiene il pm, per ottenere nella zona di Marano l’appoggio all’elezione del figlio, promise all’imprendito­re Antonio Di Guida una commessa in un’Asi (Area di sviluppo industrial­e) del Casertano per un importo di dieci milioni con un guadagno netto di almeno due. Con l’Intermedia­zione di Di Guida e di Pasquale Bove, direttore di dipartimen­to dell’Asl 2 Na Nord, inoltre, il deputato promise al dottor Vincenzo Carandente la nomina a direttore del distretto sanitario 38 della stessa Asl. Per ottenere voti vennero pagati anche soldi, sostiene l’accusa: Flora Beneduce, infatti, tramite il nipote Tommaso De Rosa, versò 2.000 euro ad Armando Sarracino in cambio dell’assicurazi­one di almeno 300 voti, promettend­one, ad elezio- ne avvenuta, altri 10.000.

L’elenco continua. Luigi Cesaro, sostiene il pm, con l’intermedia­zione di Antonio Di Guida e Salvatore De Stefano, promise e fece ottenere a Luigi De Biase la nomina a componente dell’Oiv, Organismo interno di valutazion­e della Regione Campania. Promise inoltre l’assunzione in Poste Italiane spa a Salvatore Paragliola in cambio di trenta voti, la cui controprov­a sarebbe poi stata attestata da foto delle schede votate scattate con il telefonino. Il parlamenta­re poi, con l’intermedia­zione del solito Di Guida, sollecitò l’allora sindaco di Marano, Angelo Liccardo, a concedere il nulla osta a Tiziana Di Grezia, dirigente dell’ufficio legale del Comune, perché si trasferiss­e al Demanio marittimo regionale. Ma il nulla osta, argomenta il pm, non poteva essere concesso poiché il Comune era in dissesto e dunque non poteva assumere un’altra persona per sostituirl­a. Stesso discorso per Gennaro Marchesano, agente della polizia municipale, interessat­o a un incarico nell’ufficio del presidente del gruppo regiona- le del Partito socialista europeo. L’avvocato Tommaso De Rosa, recita ancora l’avviso, accettò di assumere una persona nel proprio studio legale per procurare voti alla zia e ad Armando Cesaro con il metodo della doppia preferenza di genere. Non è ancora finita: Luigi Cesaro, secondo il pm, con l’aiuto del fratello Raffaele, promise al dottor Gennaro Sarnataro, medico precario all’ospedale di Giugliano, un posto di lavoro stabile. La dottoressa Sara Di Bonito, figlia di un sottotenen­te della polizia municipale di Marano, ebbe invece la promessa dell’assunzione nel prestigios­o ospedale San Raffaele di Milano. I voti, ritiene l’accusa, furono comprati anche a Portici, con due abbonament­i gratuiti al centro sportivo «Aquilas p o r t » d i c u i è a mminist r a to r e u n i c o Aniello Cesaro. La signora Adele Giordano, dipendente della società partecipat­a «Armena sviluppo spa», sarebbe stata infine promossa da addetta al verde pubblico a impiegata.

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Da sinistra, Armando Cesaro e suo padre Luigi
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