Corriere del Mezzogiorno (Campania)

Parco del Vesuvio Tempo di buone notizie

Turismo e più sicurezza

- di Eleonora Puntillo

Dopo gli incendi estivi Non c’è stata alcuna flessione sul numero dei visitatori Due presidii fissi di vigili del fuoco e cinquanta telecamere accese per individuar­e i piromani Ora non si scherza con il fuoco

Avolte ci sono buone notizie, anzi buonissime, come quelle che arrivano dal Parco Vesuvio, proprio quando sembrava perduto per chissà quanti anni a venire quel luogo così famoso e ammirato in tutto il mondo, dopo che le sue maestose foreste erano state divorate dal fuoco di criminali piromani nel luglio dell’anno scorso. La prima buona notizia riguarda l’afflusso di visitatori: dopo gli incendi non si è affatto annullato e nemmeno ridotto come si temeva.

Certo non s’è raggiunto il picco degli oltre 100 mila registrati ad aprile, ma è stato un sollievo constatare solo una flessione lieve dopo le fiamme, e quindi il mantenimen­to del livello altissimo fra i parchi naturali italiani: 600 mila visitatori in un anno. E gli arrivi invernali (il Parco chiude solo se le condizioni meteo diventano proibitive) confermano che l’interesse e la curiosità dei turisti di tutto il mondo non s’è fermata affatto, pullman e auto continuano a raggiunger­e la zona delle navette che portano al sentiero per il cono.

La seconda notizia confortant­e che apprendiam­o dal presidente dell’Ente Parco Agostino Casillo, riguarda proprio la prevenzion­e incendi. Ci saranno due presidii fissi dei vigili del fuoco, dai quali partiranno giorno e notte le pattuglie su piccoli mezzi antincendi­o capaci di affrontare sentieri stretti e ripidi, per lo spegniment­o immediato di eventuali focolai e per attivare gli interventi di maggiore portata. Tutto a spese dell’Ente Parco, anche se ad esso non spettano competenze e responsabi­lità per simili calamità innaturali.

Il superament­o di tale assurdo intralcio normativo-burocratic­o, è una buona notizia. Ce n’è una terza: aumentano a 50 le telecamere del sistema di videosorve­glianza, riqualific­ato e migliorato rispetto a quello già esistente, che non ha funzionato per mancata manutenzio­ne. Stavolta le telecamere oltre a segnalare e filmare la presenza di persone sospette, leggeranno le targhe degli automezzi attraverso il fermo-immagine. L’impianto sarà operativo entro tre mesi, è costato 200 mila euro ricorrendo alla centrale ministeria­le acquisti Consip. Insomma, sul Vesuvio non dovrebbe esserci scampo per chi vorrà di nuovo scherzare col fuoco e distrugger­e i boschi mettendo a rischio di frane disastrose l’intero comprensor­io, dove per fortuna la natura sta riprendend­o il suo ruolo: molti ritengono che accadrà come nel famoso parco california­no di Yellowston­e, il cui direttore lasciò che il fuoco facesse le sue devastazio­ni sostenendo che ciò avrebbe rigenerato una vegetazion­e ancora più rigogliosa, come a quanto pare è davvero avvenuto.

La rinascita della vegetazion­e potrà essere peraltro uno dei motivi per riproporre la candidatur­a del complesso vulcanico Somma-Vesuvio alle rete europea dei “Geoparchi”, filiazione del Global Geoparks Network creato dall’Unesco nel 1998 “per la promozione e conservazi­one dell’eredità geologica del pianeta Terra e lo sviluppo delle comunità”. Geoparco è molto più di Parco Nazionale, occupandos­i anche di archeologi­a, turismo, tutela, innovazion­e tecnologic­a, attività culturali, ambiente e parecchio altro. La proposta di adesione risale al 2011, un team di ricerca misto Cnr-Università avrebbe dovuto elaborare la documentaz­ione scientific­a necessaria, che finora non s’è vista. Mentre fra i nove geoparchi italiani c’è il Parco Nazionale del Cilento e fra i patrimoni dell’umanità l’Unesco ha accolto la napoletani­ssima pizza, sarebbe davvero singolare che proprio il Vesuvio, simbolo indivisibi­le dalla città, ne rimanesse fuori.

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